Il Cremlino vuole rifare l'impero. Basi a Cuba, Venezuela, Vietnam

Nuova guerra fredda. Tra gli obiettivi (improbabili) anche Singapore e le Seychelles

Il Cremlino vuole rifare l'impero. Basi a Cuba, Venezuela, Vietnam

Non bastavano le minacciose manovre militari ai confini dell'Ucraina e dei Paesi Nato dell'Europa orientale (che impegnano la bellezza di 150mila uomini, centinaia tra aerei ed elicotteri, quasi novecento carri armati, ottanta navi e via discorrendo). Non bastava il blitz militare condotto nel Parlamento crimeano da personale professionistico evidentemente vicino a Mosca. Ieri il ministro della Difesa russo ha ritenuto opportuno aggiungere un altro elemento «muscolare» al già fin troppo chiaro messaggio di risposta alla piega che sta prendendo la rivoluzione ucraina. La Russia, ha detto ieri il ministro della Difesa Serghei Shoigu, intende espandere la sua presenza militare all'estero, costruendo delle basi in vari Paesi sparsi in tre continenti.

«I colloqui sono in corso e stiamo siglando documenti importanti», ha dichiarato alla stampa Shoigu. Poi ha elencato una serie di Paesi che a suo dire potrebbero aderire alla richiesta di Mosca di ospitare una sua base militare, andando così a integrare l'unica attualmente esistente al di fuori dell'ex Unione Sovietica, quella di Tartous in Siria. C'è una serie di ex Paesi satelliti della defunta Urss, come Cuba, Vietnam e Nicaragua, ma anche un nuovo Stato campione dell'antiamericanismo come il Venezuela dell'erede di Chavez, quel Nicolas Maduro attualmente impegnato a emulare le gesta di Yanukovich a Kiev ammazzando «dimostranti fascisti» nel suo Paese. E poi location improbabili come Singapore o le isole Seychelles.

La sensazione è che Shoigu l'abbia sparata un po' grossa per lanciare un messaggio ai sempre tremebondi occidentali: se volete la guerra fredda, l'avrete. Perché se vecchi compagni di merende rosse come i fratelli Castro e Daniel Ortega potrebbero sentire il richiamo della foresta siberiana, proprio non si capisce perché il Vietnam che sta recuperando un ottimo rapporto strategico con Washington dovrebbe rovinarselo riaprendo la vecchia base sovietica di Cam Ranh; e perché mai la ricchissima Singapore, che non ha un motivo al mondo per inimicarsi gli americani, dovrebbe ospitare le navi da guerra di Putin; e quale sarebbe l'interesse delle Seychelles nel trasformarsi da paradiso del turismo a nuova Sebastopoli dell'Oceano Indiano.

Più probabile che Mosca, che si mostra avviata a rilanciare una guerra fredda fuori dalla Storia, debba in futuro accontentarsi di quel che già ha: oltre a Tartus e Sebastopoli, due basi in Kirghizistan e Tagikistan oltre a punti d'appoggio nell'Abkhasia e nell'Ossezia del Sud che ha strappato alla Georgia nel 2008.

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