Mezza marcia indietro di Depardieu: sono sempre francese, è un equivoco

Parigi «È stato un malinteso. Certo che non ho abbandonato la cittadinanza francese. Sono sempre francese»: Gerard Depardieu spiega, in un intervista al magazine del quotidiano Le Figaro, il perché della polemica dei mesi scorsi sull'imposizione fiscale in Francia e del suo esilio simbolico in Belgio e Russia.
«Spero che il mio gesto sia stato utile, abbia creato un pò di consapevolezza», dice Depardieu, attualmente in Francia per le riprese di un nuovo film, dopo aver trasferito la sua residenza in Belgio e acquisito la nazionalità russa. E aggiunge: «Nel 2012 ho pagato l'85% di tasse su quello che guadagno. Con le nuove misure fiscali si arriva a un totale di 106% d'imposizione fiscale: non è più vivibile».
Depardieu precisa di «non essere mai partito» dalla Francia: «Solo mi rifiuto di essere rinchiuso dentro certe frontiere, questo è completamente differente. Sono un uomo libero. Mi sento a casa ovunque in Europa e amo sempre la Francia, è il mio Paese, ci abito regolarmente, ho i miei ristoranti. Tutta questa storia è un enorme malinteso».
Quanto alla sua amicizia con il premier Vladimir Putin, l'attore spiega che «è un uomo molto intelligente, molto colto». E ancora: «Sono un pò sorpreso dalla mancanza di curiosità dei giornalisti su questo argomento: com'è possibile pensare che il popolo russo, dopo settant'anni di umiliazione sotto il comunismo, accetterebbe dirigenti politici che lo maltrattino?».


Depardieu ieri era comunque nuovamente in Belgio, e per la precisione a Nechin, la cittadina vicino alla frontiera francese dove ha comperato casa. Qui ha offerto un barbecue privatoa 200 vicini «per conoscerci meglio». Un piede in due scarpe, insomma. Senza dimenticare la terza.

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