Non solo il programma Prism. Migliaia di società nel settore della tecnologia, delle telecomunicazioni, della finanza e dell'industria forniscono alle agenzie di intelligence americane ulteriori dati e informazioni sensibili oltre a quelle richieste tramite ordine giudiziario. Lo fanno su base volontaria, stipulando anche accordi e ricevendo in cambio tutta una serie di vantaggi, compreso l'accesso a informazioni riservate. Lo rivela l'agenzia Bloomberg citando fonti familiari alla vicenda. Che spiegano inoltre come produttori di sistemi hardware e software, banche, fornitori di sistemi di sicurezza per intrenet e società di telecomunicazioni satellitari metterebbero a disposizione di agenzie di intelligence, dell'Fbi e delle unità impegnate nella «cyberguerra» dati e informazioni sui propri sistemi operativi. Tutto materiale che viene utilizzato da 007 e investigatori non solo per difendere il Paese e sventare attentati, ma anche per altri scopi, come aiutare ad «hackerare» i computer dei Paesi o di gruppi «nemici». Tutte le principali società di telecomunicazioni, poi, garantirebbero ai servizi dati e informazioni che riguardano l'estero, un'azione legale - spiega Bloomberg - perché questo campo non rientra nelle norme del Foreign Intelligence Surveillance Act.
Intanto, mentre la Cina promette che il governo non userà il Datagate per fini politici contro gli Usa, nella riunione sulla sicurezza Ue-Usa a Dublino, i commissari Malmstrom (Interni) e Reding (Giustizia) con i responsabili Interni e Giustizia Usa, Napolitano e Holder, hanno deciso che per i cittadini europei nascerà un gruppo transatlantico che raccoglierà tutte le informazioni necessarie.
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