Il gioco della Russia si fa sempre più chiaro e spregiudicato. Prendere con la forza la Crimea ed eventualmente usarla come merce di scambio per rimettere il proconsole Yanukovich in sella a Kiev, nonostante abbia fatto macellare decine di persone in piazza. Lui «è il legittimo capo dello Stato ucraino- ha detto ieri sera il premier russo Dmitry Medvedev- e solo con lui siamo disposti a sviluppare nuovi rapporti con l’Ucraina, non con l’attuale leadership che ha assunto il potere con un bagno di sangue». Ovvero: Ue e Stati Uniti devono buttare a mare Turchinov e compagni. Le dichiarazioni di Medvedev sconvolgono il filo di una giornata diplomatica che si era basata sul faticoso dibattito in campo occidentale sulla risposta da dare all’attacco militare voluto da Putin. Gli americani premevano per un fronte occidentale compatto e per la minaccia di espellere la Russia dal G8 se non avesse fatto marcia indietro in Ucraina. Ma la Germania ha rotto questo fronte, cui erano disposti ad aderire Francia e Gran Bretagna e con qualche distinguo anche l’Italia. Berlino ha sì esortato la Russia a «evitare una nuova divisione dell’Europa »chiarendo che l’intervento militare in Ucraina è inaccettabile, ma con il suo ministro degli Esteri Steinmeier si oppone a una sua esclusione dal G8, ventilata dagli Stati Uniti. Per Steinmeier il G8«è l’unico forum in cui parliamo direttamente alla Russia» e non va sacrificato: meglio una missione dell’Ocse o la creazione di un «gruppo internazionale di contatto», formato da Ue, Onu, Ucraina e Russia, ma (guarda caso) senza gli Usa.
Putin sembra aver colto al balzo l’assist offertogli dalla Merkel, che ieri sera dopo una telefonata tra i due leader ha annunciato che il leader russo ha«accettato» la proposta di un «gruppo di contatto per iniziare il dialogo » sulla questione ucraina. Salvo aggiungere, per bocca di Medvedev, una condizione pesantissima, quella legata al ritorno in sella di Yanukovich. Gli Stati Uniti sembrano ora «sorpassati». Dopo il fallimento del tentativo personale di Barack Obama, che era stato un’ora e mezza al telefono con Vladimir Putin cercando di convincerlo a rinunciare alla forza in Ucraina, la parola era passata al segretario di Stato americano John Kerry, molto esplicito: la Russia di Vladimir Putin sta tentando di annettere la Crimea compiendo«un’aggressione incredibile che ricorda l’Ottocento, un’invasione di un Paese sovrano sulla base di pretesti completamente inventati ». Ma un simile comportamento non lascerà inerti gli Stati Uniti e i loro alleati, che «non sono disposti a continuare il dialogo con Mosca come se nulla fosse». Pertanto, ha detto Kerry, Washington e i suoi alleati sono pronti a sanzioni contro i vertici russi, come la messa al bando dei visti e il congelamento dei beni, e a boicottare il vertice G8 che dovrebbe tenersi proprio in Russia, a Sochi, nel prossimo giugno. E in prospettiva- ha aggiunto il ministro degli Esteri americano, che visiterà Kiev domani nel corso di un viaggio cruciale in Europa che lo vedrà anche a Londra e a Parigi la Russia potrebbe anche trovarsi esclusa dal G8.
A quanti affermano che per tutelare interessi economici nazionali non sia una saggia scelta reagire con fermezza all’aggressione russa in Ucraina, Kerry ricordava che è proprio la Russia ad avere «enormi interessi commerciali e di investimenti con i Paesi occidentali», che subiranno un duro impatto se l’invasione continuerà. Ma la Casa Bianca non aveva fatto i conti con la Germania e la sua volontà di compromesso con Mosca salvaguardando i propri interessi. L’ultima cosa che Washington vuole, ha comunque assicurato Kerry, è un intervento militare. Sottobanco la diplomazia starebbe lavorando perfino all’ipotesi di una Crimea indipendente, ovviamente sotto l’ala russa: in cambio Putin rispetterebbe l’indipendenza di Kiev e contribuirebbe a sostenerla economicamente, evitando anche «terremoti » nel delicato settore del gas.
Dalla riunione straordinaria degli ambasciatori dei Paesi della Nato che si è tenuta ieri a Bruxelles è emerso che «la Russia minaccia la pace e la sicurezza in Europa e deve ritirarsi dall’Ucraina: pieno sostegno a Kiev ma bisogna ancora cercare un’intesa. Presto si terrà un consiglio Nato-Russia». Leggendo queste righe una nuova guerra fredda sembra alle porte. Ma Berlino non sembra d’accordo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.