Niente censura: veto del Cremlino al Consiglio Onu

Mentre la Crimea si preparava al referendum secessionista i cui risultati saranno riconosciuti solo da Mosca (ancora ieri la Francia lo ha definito «vergognoso e illegale»), molti altri avvenimenti riguardanti la crisi ucraina hanno segnato la giornata di ieri in campo politico, diplomatico e purtroppo anche militare. E alcuni di questi non lasciano presagire nulla di buono.
Alle Nazioni Unite la Russia ha dovuto ricorrere al diritto di veto per bloccare in Consiglio di Sicurezza una risoluzione di condanna del referendum in Crimea presentato dai Paesi occidentali; la Cina ha scelto l'astensione, deludendo le speranze di Putin di un asse con Pechino, che però non può permettersi di sostenere referendum del genere avendo il riottoso Tibet nei propri confini.
La Casa Bianca ha sottolineato l'isolamento internazionale di Mosca e ha alzato ulteriormente i toni dopo che si è diffusa la notizia di uno sconfinamento dalla Crimea in Ucraina di truppe e mezzi russi. «Si tratta di un'escalation scandalosa», ha tuonato l'ambasciatrice Usa all'Onu, Samantha Power, avvertendo che «la Russia dovrà rispondere delle sue azioni», pagando i suoi comportamenti con un vero e proprio «isolamento diplomatico ed economico». Un esempio concreto lo ha fornito poco dopo Londra, candidandosi a ospitare la riunione del G7 se la Russia fosse esclusa dal G8, che dovrebbe ospitare in giugno a Sochi. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, che anticipa la notizia, la proposta del governo britannico sarebbe già stata accolta favorevolmente dagli altri partner, Italia inclusa.
Ma il presidente Obama rimane nel dilemma.

Colpire duramente gli oligarchi russi e i loro beni ed interessi negli Usa e nel mondo potrebbe provocare un pressing senza precedenti sul presidente Putin, costringendolo a ripensare alcuni dei suoi passi e delle sue decisioni. Ma una parte dei più stretti consiglieri di Barack Obama e dell'amministrazione Usa predicano prudenza, per il timore di una escalation incontrollata delle tensioni a livello globale.

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