Non dimentica, Papa Francesco, le violenze sui cristiani in Siria. E confessa: «Ho pianto quando ho visto sui media i cristiani crocifissi». Puniti per essere di una fede diversa e per non essersi convertiti all'Islam. Il Papa ne ha suffragato il ricordo nell'omelia di ieri: «Anche oggi - ha denunciato il pontefice - c'è questa gente che, in nome di Dio, uccide, perseguita. E anche oggi vediamo tanti che, come gli apostoli, sono lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù».
La voce di suor Raghida, testimone oculare dei supplizi patiti cristiani in Siria, è giunta fino a Francesco. Il racconto della religiosa è particolarmente duro: «A Maalula hanno crocefisso due ragazzi perché non hanno voluto recitare l'abiura. E i jihadisti hanno lanciato l'ultimatum: o lo fate, o vi crocifiggiamo. Ad Abra, invece, un ragazzo è stato crocefisso davanti al suo papà, che poi è stato ucciso a sua volta». Violenze gratuite e crudeli: «Hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Delle donne incinte, prendevano i feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali».
Papa Francesco, nella sua omelia, si è poi soffermato sul coraggio di quei cristiani che hanno preferito morire nella fede: «Sono testimoni della gioia dei martiri cristiani. Pensate che in alcuni Paesi, soltanto per portare il Vangelo, vai in carcere. Ma il cuore è lieto».
Infine, il pontefice ha parlato della riforma della Curia: «È necessaria una nuova mentalità di servizio evangelico.
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