Il governo italiano avrebbe pagato 4 milioni di riscatto per ottenere la liberazione lo scorso settembre dell'inviato della Stampa Domenico Quirico, rapito in Siria e tenuto in ostaggio in condizioni terribili per 152 giorni insieme al suo compagno di prigionia, il belga Marco Piccinin. Ad affermarlo è la rivista statunitense Foreign Policy che cita come fonte il mediatore, Motza Shaklab, membro del Consiglio Nazionale Siriano, una delle sigle dell'opposizione anti-Assad. L'ambasciata italiana a Beirut, avrebbe negato il pagamento di un riscatto. Nessun commento, invece, dalla Farnesina.
Eppure Shaklab avrebbe raccontato di essere in contatto quasi quotidiano con gli italiani, tra cui la figlia di Quirico e funzionari del ministero degli Esteri. Ha spiegato che sin dall'inizio il governo italiano voleva liberare entrambi gli ostaggi e che i negoziati sarebbero continuati per più di tre mesi in cui, su pressione dell'Italia, avrebbe cercato di diminuire il riscatto. Nel frattempo la salute di Quirico peggiorava, a causa della prigionia.
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