Stati Uniti

La riforma sanitaria potrebbe essere dietro l’angolo. Il condizionale è d’obbligo visti i tanti «stop and go» degli ultimi mesi. Tuttavia, dopo l’ennesimo appello al Congresso di Barack Obama, per la Cnn «il più forte» da quando è stato eletto, sembra che il complesso sistema legislativo di Washington si stia muovendo in tal senso.
Per ottenere i voti necessari per far passare la riforma, Obama sta andando a caccia dei voti repubblicani. Una settimana dopo il dibattito fiume bipartisan in diretta tv, voluto proprio per coinvolgere i repubblicani alla stesura del testo, Barack Obama ha deciso di accogliere le «proposte più ragionevoli» avanzate dell’opposizione. Un’apertura di credito importante o una questua per raccattare i voti necessari? Quello che è certo è che si tratta di modifiche che diluiscono la reale portata dei benefici della riforma, aumentando gli sconti fiscali e il costo delle prestazioni dei medici. Tutte misure, però, che riducono il prezzo della riforma che così graverà di meno sulle asfittiche casse federali.
In questo modo Obama punta ad ammorbidire i toni dei parlamentari repubblicani, evitando il rischio che tornino su posizioni ostruzionistiche. In cambio, il presidente chiede tempi rapidi. Fonti della Casa Bianca riferiscono che l’obiettivo dell’amministrazione è portare a casa la riforma in due settimane, arrivando all’approvazione definitiva entro il 18 marzo, in modo da permettere a Obama di salire sull’aereo che lo porterà in Indonesia e in Australia con questa vittoria politica in tasca. E per far capire a tutti quanto sia importante per lui questo delicatissimo passaggio politico, Obama ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai leader parlamentari di ambedue i partiti.
«Si tratta di una proposta - ha detto ieri - che contiene le migliori idee dei democratici ma anche dei repubblicani. Alcune di queste sono state espresse dall’opposizione durante l’ultimo summit bipartisan della settimana scorsa. Il popolo americano - ha aggiunto accorato - vuole sapere se è ancora possibile che la politica di Washington badi ai suoi interessi e al suo futuro. Stanno aspettando che agiamo.

Non so se questo convenga politicamente, ma so che è giusto. Per questo - ha concluso - chiedo al Congresso di finire il suo lavoro e sono impaziente di trasformare, con la mia firma, questo testo di riforma in legge dello Stati Uniti».

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