La Farnesina ha rassicurato: sarà libero presto. Intanto Mattia Cacciatori, 24 anni, fotografo arrivato a Istanbul dalla provincia di Verona, è stato arrestato nella capitale turca, mentre faceva il suo lavoro: scattava immagini della polizia di Erdogan che lanciava lacrimogeni e usava gli idranti contro la folla che manifestava verso piazza Taksim. È finito in cella l'altra sera, è stato fermato e interrogato insieme ad altre persone (come ha spiegato lui stesso). Al telefono ha tranquillizzato i genitori: «Sto bene». Ad assisterlo c'è il console italiano. La Farnesina è, appunto, ottimista.
Mattia Cacciatori è laureato in Cooperazione allo sviluppo ed è stato consigliere comunale a San Giovanni Lupatoto, il suo paese d'origine, nel Veronese. Poi ha mollato tutto per inseguire la sua passione: fare il fotografo di guerra, da free lance. Prima il Medio oriente, poi in Turchia. Il 22 giugno era partito per Istanbul, per raccontare la protesta dei ragazzi di Gezi Park contro la distruzione del parco e contro il governo Erdogan. Sarebbe dovuto tornare in Italia proprio questa mattina, ma sabato pomeriggio Mattia si è unito alla folla di tremila persone che manifestavano lungo Istiklal, dirette a piazza Taksim. Le autorità avevano appena annunciato che il Gezi Park sarebbe stato riaperto a breve, dopo tre settimane di chiusura.
Intorno alle sei del pomeriggio, i poliziotti hanno attaccato il corteo con lacrimogeni e idranti. Mattia Cacciatori è rimasto in prima linea, a fotografare tutto. E quando la polizia è intervenuta e ha iniziato a fermare i manifestanti non ha trovato una via di fuga. Gli agenti lo hanno preso e lo hanno caricato su un cellulare. Mattia ha chiamato una ragazza italiana a Istanbul, amica di una sua amica, per informarla della situazione: «Mi hanno arrestato, sono sul furgone insieme ad altre persone, arrestate anche loro. Mi stanno portando alla centrale di Aksaray». In serata ha mandato un messaggio a un'altra amica, spiegando di essere alla questura centrale di Vatan e di avere avvertito i genitori e il consolato, che è subito intervenuto in suo aiuto. «Sto bene - ha detto ai genitori, come ha raccontato il sindaco di San Giovanni Lupatoto, Federico Vantini, che è un amico personale del fotografo - Sono ancora in arresto, mi stanno interrogando. Il console italiano mi assiste».
Turchia, arrestato fotografo italiano La Farnesina: «Presto libero»
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