Crisi siriana

Gli Usa ad Assad: "Le parole non bastano"

A Ginevra incontro tra i ministri degli esteri americano e russo. Kerry: "Se l’accordo sulla Siria fallisce l’uso della forza potrebbe essere necessario". Lavrov: "Vogliamo un compromesso"

Gli Usa ad Assad: "Le parole non bastano"

Qualcosa si muove. L’Onu ha ricevuto dal governo siriano i documenti con cui il presidente Bashar al-Assad punta a sottoscrivere la convenzione internazionale che mette al bando l’uso delle armi chimiche. "Nelle ultime ore abbiamo ricevuto un documento dal governo della Siria che è oggetto di traduzione", ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro Farhan Haq. Il materiale ricevuto, ha spiegato Haq, è un "documento di adesione" per la convenzione in materia di armi chimiche.

Ma gli Stati Uniti respingono la proposta siriana che prevede la dichiarazione delle armi chimiche in proprio possesso entro 30 giorni dalla firma della Convenzione internazionale che le mette al bando. "Non è abbastanza", ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Ginevra con Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo. "Le aspettative degli Stati Uniti sono alte", ha aggiunto il capo della diplomazia Usa. Che dopo aver aggiunto di avere buone speranze sul dialogo con la Russia, ha tenuto a precisare: "Questo non è un gioco".

Da parte sua Lavrov ha sottolineato che con l’offerta della Siria di consegnare le sue armi chimiche alla comunità internazionale, un attacco americano contro Damasco è inutile. "La soluzione di questo problema rende inutile qualsiasi attacco alla Siria, e sono certo che i nostri partner americani... sono fortemente a favore di una soluzione pacifica per regolare le armi chimiche in Siria".

Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, evidenzia la diffidenza di Washington: quando si parla del regime di Assad "contano le azioni non le parole". Poi va oltre: "Non siamo sorpresi dalle parole del presidente Putin, l’America è eccezionale e a differenza degli altri Paesi si batte per i diritti umani e i valori della democrazia". Il portavoce ha poi aggiunto: "La Russia è il patrono e il protettore della Siria", sottolineando poi che adesso che Mosca si è esposta dovrà mantenere la promessa davanti al mondo. La reazione della Casa Bianca arriva dopo le parole del presidente russo Vladimir Putin che oggi ha pubblicato sulle pagine del New York Times un editoriale. Putin ha detto di non essere d’accordo su ciò che ha detto Obama ("ciò che rende l’America diversa, è ciò che ci rende eccezionali").

È molto pericoloso incoraggiare le persone a vedersi eccezionali, ha detto il presidente russo, che ha anche sostenuto che lo scorso 21 agosto le armi chimiche sono state usate dai ribelli e non da Assad.

 

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