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Usa, stop al divieto di vendita sui fucili d'assalto. Non passa proposta

Bocciata la proposta di mettere di nuovo al bando la versione civile dei fucili d'assalto. Contrari anche i democratici

Harry Reid, capogruppo democratico in Senato
Harry Reid, capogruppo democratico in Senato

Una riforma che rischia di nascere già menomata. Il giro di vite voluto da Barack Obama sulla vendita delle armi - quando uscirà dal Parlamento - avrà probabilmente fallito un obiettivo, quello di vietare il commercio della versione civile dei fucili d'assalto.

Protagoniste indiscusse delle ultime stragi che hanno straziato gli Stati Uniti, a partire dalla carneficina della scuola di Newtown, dove 26 persone (20 bambini) persero la vita, queste armi erano state messe al bando nel 1994, durante la presidenza Clinton. Il divieto di vendita, partorito con una scadenza precisa, decennale, non era poi stato rinnovato nel 2004, quando a Washington sedeva Bush junior.

Il divieto relativo ai fucili d'assalto, incluso nella proposta di legge su iniziativa di Dianne Feinstein, democratica californiana a capo della commisione d'Intelligence del Senato, è stato affossato da una controversa volontà bicolore, che ha unito nel no tanto i repubblicani - ma la cosa non stupisce - quanto alcuni deputati di segno opposto.

Al Senato i democratici possono contare su una maggioranza di 55 seggi su 100. A sentire Harry Reid, capogruppo del partito di Obama al Senato, a sostenere la proposta delle Feinsten sarebbero meno di quaranta senatori, "nell'ipotesi più ottimistica". Di norma - scrive il Wall Street Journal - una misura controversa prosegue il suo iter con almeno sessanta voti.

Mentre chi osteggiava il divieto canta vittoria, si cerca un'altra via per introdurre il comunque lo stop alla vendita dei fucili d'assalto. La proposta della Feinstein, dopo essere stata stralciata, potrebbe essere votata come emendamento alla legge. L'approvazione, anche in questo caso, non è scontata. Ma la senatrice ricorda che, anche nel 1994, il divieto di vendita da lei proposto fu introdotto a partire da un emendamento.

L'ultima questione che resta sul tavolo è la valutazione dell'efficacia del divieto. Le opinioni in merito divergono. La senatrice Feinstein ha lodato in passato i risultati ottenuti. Avversari di colore diverso hanno invece sostenuto il contrario.

La verità, secondo un'analisi di FactCheck.org, sta nel mezzo. Il divieto, spiegano alcuni studi, potrebbe avere se non altro una sua utilità nel ridurre la diffusione di tipologie di armi particolarmente pericolose e dunque una piccola percentuale di crimini particolarmente violenti.

Una conclusione prudente e credibile.

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