«Esuberi all’Alitalia? Lo Stato provvederà»

«Non voglio pensare che la gara possa andare in fumo: siamo concentrati su un suo esito positivo»

da Milano

«Le possibilità che Alitalia finisca ad Air One dipendono dai contenuti del piano industriale che i pretendenti illustreranno il 12 luglio. Se il piano sarà buono, le probabilità di Air One di accaparrarsi Alitalia ci saranno tutte».
Entro il mese si dovrebbe decidere la sorte dell’ex compagnia di bandiera e il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, di passaggio a Milano, fa il punto della situazione con il Giornale. Dopo il ritiro di Aeroflot, in corsa è rimasta Air One, con il sostegno finanziario di Intesa Sanpaolo. Per Bianchi, a questo punto, è fondamentale che Alitalia si apra nuovamente ai grandi mercati, soprattutto quelli intercontinentali. Un altro problema riguarda i livelli occupazionali: se sorgessero problemi legati al loro mantenimento, in seguito alla privatizzazione del gruppo, il governo, come ha puntualizzato Bianchi, «è pronto a farsene carico».
Ministro, Air One è in grado di risanare Alitalia?
«Crediamo che i presupposti ci siano. La possibilità c’è sicuramente se Air One rispetterà le condizioni inserite nel bando».
E se Alitalia non venisse assegnata ad Air One? La gara sarà azzerata e si ripartirebbe da capo?
«Sì. Ma è una prospettiva a cui non voglio pensare. È da un anno che stiamo lavorando per fare in modo che il caso Alitalia vada a buon fine. Se non sarà così, a quel punto vedremo cosa fare».
Ha già pronta una «soluzione B»?
«Non direi che sia pronta. Siamo tutti concentrati sulla “soluzione A”».
Air France e Lufthansa attendono il momento propizio per farsi avanti?
«È possibile, anche se non hanno dato grossi segni di vita quest’anno. Mi pare che da un certo momento in poi abbiano rispettato il nostro volere sulla gara».
La partecipazione di Aeroflot?
«È stata una partecipazione seria. Si sono fermati per una mancanza di disponibilità di dati. L’adesione di Aeroflot alla gara, da compagnia importante qual è, ha rappresentato un fatto significativo».
Ha tifato per i russi?
«No. Ho tifato per tutte le soluzioni che avrebbero portato Alitalia a riprendere la sua strada. Sono convinto che Alitalia possa essere ancora una grande compagnia».
D’Alema e Bersani appoggiano Air One, il premier Prodi guarda di più ad Air France. Su Alitalia la visione del governo non è univoca. Lei da quale parte è schierato?
«Sto in panchina e osservo il gioco. Credo che tutti siamo in attesa di un piano industriale che risponda alle idee che ci siamo fatti. Il problema vero è capire se chi vuole Alitalia è convinto che c’è un patrimonio capace di dare buoni frutti».
E gli scioperi selvaggi degli assistenti di volo in un momento così delicato?
«Non erano segnali che andavano a favore di chi doveva competere».


E la riorganizzazione del sistema aeroportuale italiano?
«Vogliamo rimettere ordine nel sistema, suddividendo gli scali per livelli e caratteristiche funzionali per riposte più adeguate alle esigenze del settore».

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