
«La Commissione europea, in stretto coordinamento con il governo italiano, sta collaborando con gli Stati Uniti sull'indagine» antidumping avviata da Washington per imporre dazi sulla pasta e «interverrà, se necessario». Lo ha dichiarato ieri il portavoce dell'esecutivo Ue responsabile per il Commercio, Olof Gill, sottolineando che «questa indagine esula dall'ambito della dichiarazione congiunta Ue-Usa» alla base dell'accordo raggiunto sui dazi al 15 per cento. Il Dipartimento del Commercio americano, ricordiamolo, ha accusato le aziende italiane del settore di dumping e imposto una tariffa del 91,74%, in aggiunta al 15% già in vigore, facendo salire l'imposizione complessiva sul prodotto a quasi 107 per cento. Il nuovo super-dazio scatterà dal 1 gennaio 2026 e il comparto teme anche di dover pagare gli arretrati. Secondo Cosimo Rummo, presidente e ad dell'omonimo pastificio di Benevento, poiché il dumping è retroattivo, si «dovrà pagare anche per i 12 mesi precedenti». Sulle prossime mosse commenta: «Aspettiamo di capire cosa intendano fare governo e commissione Ue. Intanto i nostri avvocati Usa hanno già presentato appello». La Molisana, storico pastificio di Campobasso, ha invece smentito di voler fare un investimento in America. L'ad Giuseppe Ferro ha precisato che «è intenzione dell'azienda proseguire l'iter legale così come intrapreso».
I pastai italiani preparano, dunque, la difesa mentre i ministeri degli Affari esteri e dell'Agricoltura si sono subito attivati per convincere il dipartimento del Commercio americano a fare marcia indietro. In generale stiamo parlando di un mercato export che vale 700 milioni di euro e che ha già subìto l'accordo sui dazi al 15 per cento. Il dazio da pagare sarebbe di quasi 750 milioni. L'ad di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, è fiducioso perché «il comportamento omissivo va prima di tutto dimostrato». E su questo, comunque, le aziende coinvolte hanno «già dichiarato di aver fornito la documentazione che smentisce» il dumping. E poi «non sono state interpellate tutte le aziende. È evidente quindi che la questione sia strumentale». La decisione definitiva non è stata presa, le aziende hanno ancora 120 giorni di tempo per presentare la loro difesa. Le documentazioni che saranno presentate, secondo Scordamaglia, porteranno a cancellare il dazio o quantomeno abbassarlo.
Nel frattempo, attenzione agli altri sviluppi della guerra commerciale. Oggi la Commissione europea presenterà le proposte per affrontare gli effetti della sovraccapacità globale sul mercato siderurgico della Ue. Secondo Handelsblatt, l'esecutivo europeo introdurrà un dazio del 50% sulle importazioni di acciaio nel caso in cui vengano superati determinati contingenti. In particolare, Bruxelles prevede di modificare i contingenti di acciaio che possono essere importati nell'Ue senza dazio.
In totale, l'esecutivo Ue intende limitare le importazioni di acciaio a 18 milioni di tonnellate l'anno, la metà rispetto al 2013.Intanto, ieri il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che da novembre i camion prodotti all'estero avranno un dazio del 25 per cento.