"Bolkestein non va applicata". Coste italiane libere al 67%: cosa cambia

Terminato il lavoro di mappatura delle coste italiane: oltre un terzo risulta essere libero e non in concessione ai balneari

"Bolkestein non va applicata". Coste italiane libere al 67%: cosa cambia
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È stata terminata la mappatura delle coste italiane ed è emerso che solo un terzo dell'intera superficie costiera è dato in concessione. Il 67%, infatti, è libero e con questo dato si conclude il lavoro del tavolo tecnico a Palazzo Chigi. Un dato importantissimo per i balneari, che hanno avuto la conferma che la risorsa naturale disponibile non è scarsa, e quindi non si applica a questo settore la direttiva Bolkestein. Tuttavia, al momento l'orizzonte non è del tutto chiaro a chi lavora nel settore ma da quanto fanno filtrare fonti di centrodestra, quella percentuale è il punto di partenza per avviare l'interlocuzione con la Commissione Ue.

Ma ora potrebbe esserci anche una proroga dei lavori, chiesta dagli stessi balneari, che vorrebbero una mappatura anche per le aree costiere e fluviali, oltre che per quelle costiere, in modo tale da avere un quadro completo della situazione del territorio della penisola. "È un dato che aiuterà a far comprendere alla Commissione europea che la risorsa disponibile in Italia non è scarsa", sottolinea Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia.

Intanto il dato finora ottenuto viene considerato "certo e incontrovertibile" da chi, per Forza Italia, segue da tempo il dossier. "Non vi è scarsità di risorse. Viene quindi meno uno dei presupposti dell'applicabilità della direttiva Bolkestein, e quindi l'obbligo di mettere a gara le concessioni in essere", hanno dichiarato nei giorni scorsi Deborah Bergamini e Maurizio Gasparri, sottolineando l'ampia percentuale di coste libere nel nostro Paese.

Nonostante questo, l'Italia è attualmente sotto procedura di infrazione da parte di Bruxelles, che chiede di assegnare con "selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi" le concessioni balneari in quanto considerate beni pubblici e a disponibilità limitata. Quindi, bisognerebbe prevedere il rinnovo non automatico e prevedere la limitazione nel tempo.

A maggio la Commissione Ue ha ribadito come "i continui ritardi" nelle gare "rimangono una fonte di preoccupazione e comportano una significativa perdita di entrate". Un rischio che le associazioni di settore ora contano di scampare.

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