La proposta di Emmanuel Macron di inviare truppe occidentali in Ucraina ha diviso l’Europa. Una fuga in avanti stroncata senza mezzi termini dai principali partner, Italia in testa. La svolta del capo dell’Eliseo rischierebbe di portare a un’escalation pericolosa, la posizione di Roma. Tranchant il ministro Guido Crosetto ai microfoni del Tg1: "Il vertice europeo sono 27 Paesi, fare dei passi in avanti rompe soltanto il fronte europeo. Facciamo decine di riunioni al mese, siamo compatti sulla conduzione in Ucraina, non capisco perché per motivi interni qualche Paese debba sembrare più attivo di altri".
Il ministro della Difesa ha bacchettato il presidente transalpino, rimarcando che il giudizio del governo Meloni non cambierà: "La Nato non decide quando Macron ha un'idea, ma quando si trovano tutti i Paesi e insieme prendono una decisione. L'Italia ha detto fin dall'inizio che mandare le truppe in Ucraina significa fare un passo ulteriore verso una via di non ritorno”. Crosetto ha aggiunto sul punto: “In questo momento noi vorremmo arrivare a una pace giusta per l'Ucraina, non a una guerra che coinvolga ancora più Paesi"
Archiviato il dossier Ucraina, Crosetto si è soffermato sul tema politico-giudiziario del momento, ossia lo scandalo dossieraggio.
Il braccio destro del premier Meloni ha ammesso di essersi fatto l’idea di un panorama inquietante "nel quale le persone che dovrebbero garantire la giustizia e la nostra sicurezza abusano del loro potere e nella quale una persona indagata continua a parlare cercando di fermare le inchieste e cercando di giustificare le cose che ha fatto liberamente, nel quale i giornalisti suoi amici continuano a dargli spazio. Vorrei – ha concluso il ministro Crosetto –che l'inchiesta arrivasse alla fine in modo da poter parlare anche io liberamente". Seguiranno aggiornamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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