Giorgetti non molla su Mes e Patto di stabilità. E sul Pnrr zittisce i gufi

All'Ecofin di Stoccolma il ministro del tesoro torna a far valere le ragioni italiane e non indietreggia sulle perplessità al Mes. Poi rilancia sul Patto e annuncia l'arrivo della terza tranche del Pnrr

Giorgetti non molla su Mes e Patto di stabilità. E sul Pnrr zittisce i gufi

"È questione di ore". Da Stoccolma, dove si sono ritrovati i ministri delle finanze della Ue, arrivano buone notizie per l'Italia: il pagamento della terza rata del Pnrr al nostro Paese sarebbe ormai prossimo al via libera dopo le due proroghe all'iter di valurazione. "Dalle informazioni che ho, la situazione è definita e quindi siamo assolutamente ottimisti", ha affermato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, lasciando trapelare fiducia sull'erogazione della tranche da 19 miliardi di euro. Lo stesso commissario Ue all'economia, Paolo Gentiloni, ha confermato le medesime impressioni positive: "Le autorità italiane e i nostri servizi stanno lavorando in modo molto positivo". Ben più caute invece le posizioni italiane sul nuovo Patto di stabilità e sul Mes: temi che ancora infiammano il dibattito europeo e rispetto ai quali il governo Meloni intende far sentire la propria voce. E le proprie ragioni.

"Discutere di tutto". Giorgetti non molla sul Mes

In particolare, Giorgetti ha reagito all'insistente pressing dell'Europa affinché l'Italia ratifichi il trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il Mes - ha puntualizzato il titolare del Tesoro - è solo una parte di "diverse situazioni" su cui serve un confronto, come ad esempio il tema dell'Unione bancaria. Una linea tenuta anche davanti agli interlocutori europei, ai quali il ministro avrebbe ripetuto che "bisogna cominciare a discutere di tutto". Ora infatti l'Italia ha assunto una posizione propositiva in Europa e intende far valere le proprie ragioni, soprattutto su una riforma che ancora non convince del tutto il governo italiano (essendo ritenuta poco vantaggiosa per il nostro Paese).

La "controproposta" italiana sul nuovo Patto

All'Ecofin di Stoccolma è stato poi avviato un confronto sulla riforma della governance economica della Ue, dopo la proposta legislativa presentata dalla Commissione mercoledì. Anche su questo fronte Giorgetti si è messo all'opera e si è fatto sentire. Parlandone con l'omologo tedesco Christian Lindner, l'esponente del governo Meloni ha pure avanzato una "controproposta" italiana sul nuovo Patto di stabilità: togliere dal conteggio sulle traiettorie di spesa quelle "eligibili ai fini del Pnnr" e "per la difesa", come le spese per l'Ucraina. "Non si può mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l'Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità, mi sembra una cosa assurda", ha affermato il ministro parlando con i giornalisti. Giorgetti ha quindi incontrato anche il numero uno dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, e quello del Mes, Pierre Gramegna.

Le riluttanze Ue alla "golden rule"

Da una parte l'Europa - attraverso la presidente della Bce Christine Lagarde - ha espresso compiacimento i dati positivi dell'economia italiana, dall'altra è andata in pressing sul Mes. Carota e bastone. E allo stesso modo anche Giorgetti ha manifestato un giudizio positivo sulla possibilità di riforma del Patto (che eviterebbe di tornare al vecchio accordo sospeso con la pandemia), ma ha anche accolto con freddezza le riluttanze Ue alla "golden rule", per scomputare dai conti gli investimenti strategici, da lui invece auspicata. Nonostante il dibattito tra i Paesi non si preannunci facile, un primo giro di tavolo formale sul Patto è atteso all'Ecofin di metà giugno.

Si puneterebbe a un accordo al Consiglio a metà autunno, per poter poi procedere con le trattative interistituzionali, con l'intenzione di raggiungere un'intesa a fine anno almeno sul cosiddetto 'trilogo', il negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo.

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