Tutti i politici italiani che parteciperanno al pride in Ungheria

Tutto l'arco delle opposizioni sarà in Ungheria per partecipare al Pride di Budapest nonostante il divieto imposto da Viktor Orban

Tutti i politici italiani che parteciperanno al pride in Ungheria
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Le delegazione italiana al Pride di Budapest potrebbe essere tra le più nutrite. Saranno in tutto 70 i parlamentari che sfileranno nella capitale ungherese per sfidare il presidente Viktor Orban. Il Pd presenzierà con la segretaria Elly Schlein e ci sarà anche Carlo Calenda di Azione. Non mancheranno i parlamentari di M5S, Avs e Più Europa. Ci sarà anche Ivan Scalfarotto di Italia Viva, già arrivato oggi pomeriggio in città. La sfida al governo è stata lanciata dal sindaco di Budapest, Gergely Karancsony, che ha organizzato la manifestazione in quanto Comune, aggirando così la necessità di ricevere l'autorizzazione da parte dell'esecutivo. Nonostante sembrasse che inizialmente partecipasse alla manifestazione anche Ilaria Salis, di recente ha spiegato che non volerà a Budapest.

Il premier ungherese, però, ha già annunciato che ci saranno "conseguenze legali" e alla quale Calenda ha replicato dichiarando che "le uniche conseguenze legali le dovrebbe avere Orban per violazione dello stato di diritto e per essere un servo sciocco di Putin". Brando Bonifei, parlamentare che sarà a Budapest con la delegazione del Pd ha sostenuto che "esserci è un dovere: l'Europa non deve tornare indietro sui diritti e i silenzi di certi governi", aggiungendo anche "quello italiano". Quindi si mostra sicuro della sua decisione di essere a Budapest: "Non abbiamo paura della prepotenza di Orban perché sappiamo che la Carta Europea dei Diritti Fondamentali tutela la libertà e la sicurezza dei partecipanti, a maggior ragione in presenza di decine di parlamentari che proveranno a essere per loro un cordone di sicurezza'".

A Budapest ci sarà anche una delegazione della Cgil mentre dal M5s provano ad accomunare il governo Orban al governo Meloni, dichiarando che "le politiche del governo Meloni seguono pericolosamente la stessa scia, tra attacchi alle famiglie arcobaleno, censura, e tentativi di riportare l'Italia indietro di decenni sul fronte dei diritti".

Di tutto questo non c'è traccia nei due anni di governo Meloni, che non sta mettendo in atto l'agenda che vorrebbero le opposizioni, quella che loro in anni di governo non hanno mai attuato ma pretendono sia un esecutivo di centrodestra a portarla avanti. Sul tema è poi intervenuto anche Antonio Tajani, il quale ha sottolineato che "la manifestazione delle proprie idee è il sale della democrazia".

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