Europa

Dalla Germania 8 milioni per le Ong: dietro il finanziamento lo scandalo "sentimentale"

Il vicepresidente del parlamento tedesco, che ha deliberato i finanziamenti per le Ong è dei migranti fidanzato con il presidente dell'associazione United4Rescue, che finanzia le navi, alla quale sarebbero dovuti andare gli 8 milioni di euro in 4 anni

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Se i 790, i 400 e i 365 mila euro versati da Berlino nelle casse di due Ong tedesche che operano in mare e della comunità di Sant'Egidio, che opera a terra, hanno creato scalpore, allora è bene spiegare che si tratta di una minima parte dei finanziamenti complessivi che il governo tedesco è pronto a erogare. Infatti, il Bundestag ha stanziato 2 milioni di euro all'anno fino al 2026 per le Ong, ciò significa che sono in totale 8 i milioni che riceveranno da qui ai prossimi anni.

L'ipocrisia tedesca sui finanziamenti

Per il momento sono stati 1.55 i milioni che Berlino ha materialmente messo nelle disponibilità di Sos Humanity (che ha ricevuto il finanziamento più corposo), di Sea Eye e di comunità di Sant'Egidio. Rimane una tranche da 455mila euro per la quale dev'essere ancora comunicato il destinatario tra i progetti presentati. Da Roma, ma anche all'interno della stessa Germania, si fa notare come queste elargizioni di denaro pubblico nelle casse di organizzazioni private, che però operano in Italia, rappresentano una vera e propria ingerenza nella politica di un altro Paese. Il governo italiano continua a chiedere spiegazioni che non arrivano, visto e considerato che le navi delle Ong citate operano nel Mediterraneo per raccogliere i migranti che poi vengono sbarcati nei porti italiani. Il tutto in un contesto che vede la Germania blindare tutti i suoi confini esterni e rifiutare i ricollocamenti dall'Italia perché non vuole ulteriori migranti nel suo territorio.

Lo scandalo familiare sui fondi

Questi 8 milioni di euro sono finiti al centro della polemica già alcuni mesi fa, quando dall'opposizione del governo "semaforo" di Berlino hanno sollevato un enorme dubbio sulla legittimità di cotanto finanziamento. Infatti, inizialmente non erano previsti stanziamenti per operazioni a terra ma solo in mare e tutti gli 8 milioni di euro sarebbero dovuti essere versati nelle casse di United4Rescue. Questa non è una Ong è ma è una associazione di Ong, della quale per altro fanno parte le due che hanno al momento ricevuto i finanziamenti. Sarebbe stata poi l'associazione a effettuare le spartizioni. Tuttavia, è emerso che il vicepresidente del Bundestag, nonché esponente dei Verdi, Katrin Göring-Eckardt, è la compagna di vita di Thies Gundlach, ossia fondatore e presidente dell'associazione United4Rescue. Il conflitto di interessi è evidente in questo enorme finanziamento pubblico, quindi è stato deciso di non finanziare direttamente United4Rescue.

Ma questo cambia qualcosa? No, perché i finanziamenti sono finora comunque arrivati a due delle tre Ong che fanno parte della crew. E se tanto ci dà tanto, la quarta tranche potrebbe essere versata a Sea-Watch. Ma non solo, perché nella famiglia United4Rescue gravitano anche altre Ong, che non sono direttamente parte dell'associazione ma ricevono comunque finanziamenti. Tra queste anche la barca italiana Mare Jonio, che ha ricevuto 135mila euro quest'anno per i costi di cantieristica. Quindi, se il piano del Bundestag fosse andato come era stato studiato, i finanziamenti pubblici del governo tedesco sarebbero stati elargiti indirettamente anche a una Ong italiana attraverso United4Rescue.

E per il diritto del mare, il fatto di poter disporre di una nave battente bandiera italiana per gli interventi sui migranti è un'agevolazione enorme per la flotta civile, in quanto la nave italiana ha libero accesso a tutti i porti del Paese.

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