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Ucraina, la guerra del Natale: ora cambia pure la data

Accordo tra i leader religiosi ucraini: per affrancarsi dai russi, non si festeggerà più il 7 gennaio ma il 25 dicembre

Ucraina, la guerra del Natale: ora cambia pure la data

Dal Natale di guerra alla guerra per il Natale. Il conflitto iniziato lo scorso 24 febbraio dall'esercito russo ha segnato anche i rapporti tra le diverse comunità cristiane che vivono in Ucraina. E ci è finita di mezzo anche la data del Natale. Da sempre, infatti, la Chiesa ortodossa russa festeggia Natale il 7 gennaio gregoriano perché conserva il calendario giuliano.

Le quattro Chiese in Ucraina

In Ucraina sono quattro le Chiese cristiane principali: c'è la Chiesa ortodossa ucraina riconosciuta dal patriarcato di Costantinopoli; la Chiesa greco-cattolica ucraina guidata da monsignor Sviatoslav Shevchuk, la Chiesa cattolica di rito latino e c'è la Chiesa ortodossa ucraina legata al patriarcato di Mosca. Da quando è scoppiata la guerra, quest'ultima continua ad essere sospettata di collaborazionismo con l'invasore russo al punto che lo stesso presidente Volodomyr Zelensky ha annunciato recentemente una proposta di legge per metterla al bando. Non bisogna dimenticare che addirittura un terzo degli appartenenti alla Chiesa ortodossa del patriarcato di Mosca è formata proprio da ucraini. Questi numeri hanno fatto sì che l'aspetto religioso finisse sin dall'inizio nelle dinamiche del conflitto. La guerra, inoltre, ha fatto sì che ben 700 parrocchie un tempo sottoposte all'autorità del patriarcato di Mosca siano passate a comporre la comunità della nuova Chiesa ortodossa ucraina.

Cambia il Natale

E' per questo motivo che questo potrebbe essere l'ultimo Natale in cui in Ucraina si festeggia in due date diverse. Epifanio I, primate della Chiesa ortodossa ucraina indipendente dal Patriarcato di Mosca e monsignor Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, si sono visti nel giorno della Vigilia (per i cattolici di rito latino) ed hanno lavorato allo scopo di una riunificazione delle date secondo il calendario gregoriano. Dall'anno prossimo, dunque, è molto probabile che tutti gli ucraini festeggeranno la nascita di Gesù il 25 dicembre. Un sondaggio fatto nei giorni scorsi tramite un'app ha confermato che la maggioranza della popolazione - il 60% di 383.000 intervistati - preferiscono celebrare il Natale in questa data e non più il 7 gennaio.

Il precedente

Non è la prima volta che sul Natale si consuma uno scontro politico in Ucraina. Era già successo nel 2011 quando l'allora presidente filorusso Viktor Yanukovich aveva dimenticato di fare gli auguri alla comunità greco-cattolica che festeggiano il 7 gennaio, limitandosi a farli ai soli ucraini ortodossi.

L'escalation militare tra russi ed ucraini nella regione, peraltro, è stata anticipato dallo scisma del 2018 con la decisione del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo di riconoscere come autocefala la Chiesa ortodossa ucraina scomunicata da Mosca. Una rottura nel mondo ortodosso che ha portato all'interruzione delle relazioni tra i due più importanti patriarcati, quello moscovita e quello di Costantinopoli. L'iniziativa fu appoggiata dall'allora presidente ucraino, l'atlantista e filo-europeista Petro Poroshenko.

L'accordo Shevchuk-Epifanio I non è una novità improvvisa per i fedeli ucraini: il capo della Chiesa ortodossa ucraina riconosciuta da Costantinopoli, infatti, aveva già espresso il suo favore per un affrancamento dal

calendario giuliano e la previsione che nel giro di un decennio gli ortodossi ucraini avrebbero festeggiato il Natale il 25 dicembre. Le Chiesa russa, così come quella serba, continuerà a seguire l'antico calendario.

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