
Basta non parlarne e il problema sembra non esistere. Stiamo parlando dei blackout. La corrente va giù e si blocca tutto. Chi lo subisce se ne accorge. Eccome. Alcune volte diventa inevitabile raccontarlo: è il caso spagnolo in cui tutta la penisola iberica si è fermata per un giorno. È ciò che, a macchia di leopardo, sta avvenendo un po’ in tutta Italia nelle ultime settimane. Se Terna, il gestore della rete d trasmissione, che pubblica statistiche su consumi e produzione, riportasse un contatore pubblico per blackout locali e giornalieri, ne uscirebbero delle belle. Quella dei blackout è un’epidemia sempre più diffusa. Nella notte fra sabato e domenica a Milano si sono sentiti ripetutamente suonare gli allarmi: era saltata la luce. Il 17 giugno a Torino zero elettricità per 10 ore. A Firenze il primo luglio. A Pioltello, Cologno Monzese e Vimodrone tra fine giugno e luglio una catastrofe di micro blackout, come a Bergamo. Solo per citare i casi che sono finiti nelle cronache dei giornali locali. Colpa, si dice, delle infrastrutture inadeguate e dei picchi di consumo per uso dei condizionatori.
Eppure negli ultimi dieci anni abbiamo fatto di tutto per rendere le cose anche peggiori. Pensate che in Italia ci sono solo 320mila auto elettriche su 40 milioni di parco circolante. Cosa sarebbe successo alla nostra rete se fossero state il doppio, come si augurano gli ambientalisti? Il metano, cioè il gas che per i boomers ti «dava una mano» e che abbiamo portato con giganteschi investimenti in ogni abitazione, è oggi visto come il diavolo: ci hanno detto di installare pompe di calore (che servono anche di inverno al posto dei termosifoni), ci hanno detto di mettere piastre ad induzione sotto alle moka per essere green e ci hanno spiegato che il futuro sarebbe stato elettrico.
I gestori che ci avevano spinto all’elettrico e oggi dicono che è tutta colpa del caldo, che cosa avrebbero fatto se avessimo seguito i consigli (anche loro) di elettrificare persino i fornelli?
Ci hanno ripetutamente fatto sentire in colpa per i nostri fossili (come se l’elettricità arrivasse unicamente dal sole), ma se ne avessimo abbandonato solo il 10 per cento, oggi saremmo fritti. Una sola ricarica di un’auto elettrica (70KWh di una Tesla) vale cinque giorni di raffrescamento completo e continuo in un appartamento di medie dimensioni con due split.
Dal punto di vista economico c’è una perfetta correlazione tra utilizzo dell’energia - non solo elettrica - e crescita economica di un Paese. I blackout sono il segnale di un mercato che si ribella.
Non sbagliano gli italiani a usare il condizionatore, che compensano purtroppo la chiusura delle fabbriche energivore, ma politici e burocrati che pretendono di decidere con quale tecnologia dobbiamo campare e svilupparci. Per fortuna non li abbiamo ascoltati: altrimenti staremmo molto di più al buio.Altro che caldo.