I fascisti su Marte, non a caso il pianeta rosso, sono sbarcati. È la sinistra italiana, talmente ossessionata da Giorgia Meloni da non accorgersi di avere sconfitto la Germania nella finale degli Europei. O forse se ne accorge, ma stavolta l'urlo di Tardelli si trasforma nel singhiozzo di Elly quando i siti dei principali quotidiani europei rendono l'onore delle armi, scusate il gioco di parole, alla premier di Roma. Le Monde, che non è certo la Gazzetta del Balilla, la incorona vincitrice ai rigori del match sul futuro dell'Ucraina. Lei che era stata accusata di abbandonare Zelensky, schiacciata da un ingombrante Trump, e che ha invece
trovato la quadra proprio fra gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Quadra che sfuggiva sia alla presidente von der Leyen sia al cancelliere tedesco Merz. Anche in Spagna, dove Elly è perfino di moda, l'altro quotidiano di sinistra, El país, applaude alla mossa italiana. Il tutto mentre Elly Schlein, Giuseppe Conte & C. non vedono, non sentono e non parlano come le tre scimmiette sagge giapponesi. E di cosa parla invece la sinistra italiana mentre a Bruxelles si gioca sullo scacchiere della pace Mosca-Kiev? Di quanto siano bravi i delinquentelli di Askatasuna, che ci sono costati 7 milioni di euro di danni per le loro guerriglie culminate nello sgombero. Oppure
il sindaco di Milano Giuseppe Sala che va a caccia, anche lui, di fascisti nel cuore della città devastata dalla violenza, dove due ragazzine sono state stuprate da un ventenne che le ha pedinate e
selezionate in mezzo alla folla. Sotto gli occhi attenti di quelle telecamere che funzionano solo se vogliamo rivedere il film. Un film a cui abbiamo assistito troppe volte. E di cui francamente vorremmo vedere solo la fine.