Tutti i salmi finiscono in gloria: riparte l'Albania. E, gloria all'Italia, finalmente i Paesi sicuri (se le toghe rosse non si inventano qualche altra diavoleria) si riprenderanno i clandestini che rendono insicuri i nostri paraggi. Qui alla Stazione centrale di Milano si corrono più rischi che nel Bangladesh o in Egitto, dove gli italiani se ne stanno spaparanzati con le chiappe al sole a predicare integrazione al Corvetto, eppure nella hit della sinistra troneggiano i coretti woke anti Meloni che dileggiano proprio il modello Albania. E invece questa è proprio l'albanese, l'unica, che ci piace. L'altra, donna Francesca della Striscia, la troveremo in Parlamento a spese nostre ma siamo abituati. Fermiamoci sulla buona notizia. L'Europa, dopo una mangiatoia di decenni fra Ong e accoglienza, cambia linea sull'immigrazione clandestina e afferma il principio che chi non può entrare da noi non entra. Anzi, se ne deve tornare da dove è venuto. Un principio di buonsenso che faticava a farsi largo fra le scartoffie di un'Unione a trazione Verdi-Sinistra.
Ora sappiamo che l'idea di Giorgia Meloni di fermarli prima del confine piace a Ursula von der Leyen. E questa non è solo una vittoria dell'Italia ma della maggioranza alternativa Ppe-Conservatori. La strada che l'Ue deve avere il coraggio di imboccare.