Gentile Direttore Feltri,
Trump e Putin convergono su una questione che ci riguarda: dicono che l'Europa tra una ventina d'anni sarà irriconoscibile. Erosa.
Lei cosa ne pensa?
Chiara Pellegrino
Cara Chiara,
Trump e Putin dicono che l'Europa, tra una ventina d'anni, sarà irriconoscibile. Sì, vero. Ma permettimi di dissentire, per eccesso di ottimismo da parte loro.
Il Vecchio Continente è già irriconoscibile. Non ci vuole l'oracolo di Delfi per accorgersene. È sufficiente aprire gli occhi. L'erosione non è un processo futuro. È un fatto compiuto. È iniziata nel momento in cui l'Europa ha deciso, in un impeto di masochismo ideologico, di rinunciare a sé stessa, di smontare i propri confini, di aprire le porte a flussi incontrollati di clandestini, sì, clandestini, non immigrati regolari che venivano qui a lavorare, ma individui di cui non conoscevamo né identità, né passato, né intenzioni. E abbiamo avuto pure il coraggio di chiamarli profughi, come se la parola magica dovesse assolvere tutto.
Da quel momento in poi, abbiamo costruito una narrativa grottesca: loro, poverini, con tutti i diritti; noi, colpevoli, con tutti i doveri. Muore quando confonde l'ospitalità con la resa, quando cancella presepi e alberi di Natale per non offendere chi ospita, quando tollera che piazze europee vengano riempite di bandiere islamiste che nulla hanno a che fare con la nostra storia, quando chiama pace ciò che è apologia di violenza, quando si piega, si scusa, arretra.
Trump e Putin vedono un futuro oscuro per noi? Io vedo un presente già ammalato. L'Europa non è a rischio. L'Europa è già stata corrosa da una cultura del senso di colpa che ha trasformato i cittadini in imputati e i nuovi arrivati in vittime irraggiungibili.
E questo perché viviamo immersi nel culto del politicamente corretto, che non corregge nulla, ma distrugge tutto.Per salvarsi non bastano vent'anni di speranze. Allora cosa occorre? Occorre uno scatto immediato di amor proprio. Occorre ricordare chi siamo, prima che qualcuno ce lo riscriva.