Europa

"Manca l'imparzialità dei magistrati". Lo sfogo di Eva Kaili sul Qatargate

L'ex vicepresidente dell'Europarlamento, travolta dalla bufera giudiziaria e per sei mesi sottoposta a detenzione preventiva, si sfoga a Quarta Repubblica: "In questa indagine palesi violazioni della legge europea"

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Denuncia "legami dei giudici con la massoneria, conflitti di interesse" e sulla inchiesta relativa al Qatargate attacca: "Non ci sono state le garanzie che esistono in Italia. Qui c'è stata e c'è solo la presunzione di colpevolezza". L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, torna a rompere il silenzio sullo scandalo giudiziario che terremotò l'Ue, facendo scattare perquisizioni e arresti in successione. Accusata dalla procura di Bruxelles con Antonio Panzeri e altri di essere al centro di una presunta corruzione da parte del Qatar, l'esponente politica greca ha trascorso sei mesi di detenzione tra carcere e arresti domiciliari, quando ancora attendeva il processo.

Intervistata a Quarta Repubblica, il talk show condotto da Nicola Porro in onda stasera in prima serata su Rete4, la donna è ritornata sulla vicenda per gridare il proprio sconcerto e ribadire la propria innocenza. "Credo che in questa indagine ci siano state delle palesi violazioni della legge europea, mancano del tutto la presunzione di innocenza e l'imparzialità dei magistrati", ha lamentato Eva Kaili, la quale - travolta dalle notizie e dai sospetti sul Qatargate - era stata rimossa dal proprio ruolo di vicepresidente del Parlamento Europeo nel pieno della bufera mediatica. "Dimostrerò la mia innocenza, non ci sono prove delle accuse che mi rivolgono. Hanno usato me per creare un caso politico", rimarca oggi lei, pronta a battersi per far valere la propria verità.

Nell'ambito dell'inchiesta per la presunta corruzione ai vertici dell'Ue era stato coinvolto anche il fidanzato della politica greca, Francesco Giorgi. La loro casa era stata perquisita. E oggi Kaili alza la voce anche sulle azioni della magistratura inquirente, muovendo accuse: "Ci sono delle persone, connesse al conflitto di interesse per cui si è ritirato il giudice istruttore Michel Claise, che non sono state coinvolte in questa indagine, né arrestate né interrogate. Chiediamoci per quale motivo". Il magistrato in questione - lo ricordiamo - era stato costretto a lasciare l'inchiesta per via di un conflitto di interesse di suo figlio, in affari dal 2018 con il figlio dell'eurodeputata Maria Arena, mai indagata ma finita più volte menzionata nelle testimonianze sulla vicenda.

"È inaccettabile che tali violazioni dei diritti accadano nel cuore dell'Europa. Ho chiesto di essere sentita al Parlamento europeo, ma questo non è ancora accaduto. Credo che sia giusto che i cittadini sappiano cosa è accaduto prima delle elezioni europee, prima di andare a votare", ha continuato Kaili in riferimento al carcere preventivo, con accuse ed esternazioni che si proiettano sul decisivo appuntamento col voto per il rinnovo delle istituzioni Ue. L'ex vicepresidente dell'Europarlamento, poi, non si è trattenuta nemmeno sull'accordo di pentimento firmato da Antonio Panzeri.

"Da quel momento ha iniziato a mentire facendo anche il mio nome. Panzeri ha accettato l'accordo in cambio della liberazione della moglie e della figlia. Sia nel suo caso che nel mio le nostre famiglie sono state usate contro di noi. Per farmi pressione i primi giorni mi hanno detto che mi figlia sarebbe stata affidata ai servizi sociali. Per portarmi a confessare qualcosa che non ho commesso", ha dichiarato la donna a Quarta Repubblica. E a rendere ancor più controversa l'intera vicenda è il fatto che l'ex giudice istruttore Claise che si candiderà alle elezioni nazionali.

Al riguardo, Kaili ha commentato: "Penso che di fronte a tutto questo, a un magistrato che ha dimostrato di avere delle ambizioni politiche, che si è dovuto ritirare per un conflitto di interesse e che ha condotto tutto il caso in questo modo, si debbano sollevare in tutti i cittadini delle serie domande su tutta l'inchiesta Qatargate".

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