Su dazi e accordo commerciale con il Mercosur non ha dipanato tutti i dubbi l’incontro di ieri tra il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic e i ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e degli Esteri Antonio Tajani. Il commissario europeo ha aperto alle richieste di governo e agricoltori, ma ci sono questioni rimaste irrisolte. «Abbiamo trattato della reciprocità, argomento per noi essenziale», ha detto Lollobrigida a proposito dell’accordo con i Paesi del Sud America, «ciò che imponiamo ai nostri imprenditori in termini di fitofarmaci, di cura e benessere animale, non può essere ignorato dai paesi che vogliono importare in Europa abbattendo i costi di produzione in modo naturale e facendo concorrenza alle nostre produzioni. Su questo abbiamo avuto degli impegni da parte del commissario». Una posizione simile è stata espressa anche dal ministro e vicepremier Tajani: «Siamo favorevoli alla firma dell’accordo, bene la parte industriale ma ci sono alcuni aspetti sui prodotti agricoli, riso e carni bianche, per fare degli esempi, dove ci sono le preoccupazioni da parte italiana e contiamo sulla Commissione Ue che si diano risposte ai nostri agricoltori».
A far salire i decibel della protesta sono state le associazioni degli agricoltori, con in testa la Coldiretti che ha fatto arrivare diversi messaggi a Sefcovic. «Dall’incontro con il Commissario Ue al Commercio non sono arrivate le risposte attese sul far valere il principio di reciprocità nell’accordo con il Mercosur», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Il punto, già molto discusso ai tempi della presentazione dell’accordo, è che molti prodotti alimentari provenienti da Paesi applicano standard qualitativi e normativi più deboli di quelli vigenti in Europa. «Al Commissario abbiamo spiegato che non siamo contrari per principio agli accordi commerciali», ha aggiunto Prandini, «ma è evidente che quello con il Mercosur, per come è stato impostato, non favorirà di certo il settore agricolo, aumentando la concorrenza sleale, la pressione al ribasso sui prezzi e i rischi per la salute dei cittadini». Mentre Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha fatto notare come serva «una clausola di salvaguardia che non dovrebbe dipendere da alcun tipo di valutazione soggettiva o indagine da parte della Commissione, ma deve entrare automaticamente in vigore al verificarsi di condizioni oggettive su volumi e prezzi». Dal canto suo, Sefcovic ha detto che «l’accordo di partenariato con il Mercosur è un documento ben diverso rispetto alla versione originale. Nell’ultimo testo ci si concentra molto sulla reciprocità e sugli ammortizzatori».
La partita delle conseguenze dell’accordo sul Mercosur si intreccia a quella dei dazi Usa, già di per sé complicata. I timori degli agricoltori sono aumentati anche in considerazione dei dati dello scorso agosto, il primo dopo l’entrata in vigore dei dazi al 15% dagli Usa dove molti prodotti tricolori come i trasformati del pomodoro (-36%) e l’olio extravergine (-62%), fino alla pasta (-21%) e i formaggi (-12%) hanno subito ribassi importanti nell’export.
Lollobrigida ha riferito che «le vicende legate alla pasta riguardano un sistema sanzionatorio antidumping» che vede l’Unione Europea sostenere la posizione italiana per «arrivare ad eliminare questa procedura che porterebbe dei dazi insostenibili sulla pasta del 107%». Anche per dirimere questi nodi, il segretario al commercio americano Howard Lutnick parteciperà alla prossima riunione del Consiglio Ue sul Commercio, prevista il 24 novembre.