Dombrovskis in pressing: "Italia ratifichi il Mes". Ma Giorgetti avverte: "Parlamento è sovrano"

Il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe: "Giorgetti ci ha ricordato le difficoltà, ma i rischi che abbiamo delineato sono reali". Il ministro italiano ha evidenziato che "in Parlamento non ci sono i numeri"

Dombrovskis in pressing: "Italia ratifichi il Mes". Ma Giorgetti avverte: "Parlamento è sovrano"
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Il Mes va ratificato “con urgenza”: riparte il pressing dell’Europa sull’Italia. Roma è l’unica capitale a non aver ancora ratificato il trattato che introduce le modifiche al Meccanismo europeo di stabilità e, in vista delle riunioni di giugno, l’Eurogruppo è tornato a fare pressione: una decina di ministri delle Finanze avrebbe ribadito l'importanza della ratifica ma "senza arrivare a ricatti", sottolineano fonti presenti all'incontro. Da parte sua, il ministro italiano Giancarlo Giorgetti ha nuovamente ribadito ai colleghi dell'Eurozona "che il Parlamento è sovrano e che non ci sono i numeri" per votare una ratifica

"Abbiamo avuto un aggiornamento sulla ratifica del trattato di revisione del Mes dall'Italia e tutti gli impegni che sono in corso per andare avanti" le parole del presidente Paschal Donohoe. Soffermandosi sulla revisione del Mes non ancora ratificata dall’Italia, Donohoe ha spiegato che è stato fatto un aggiornamento e la riunione dei ministri dell'Economia della zona euro “è stata un'opportunità per fare il punto sulla situazione attuale e riflettere per progettare un dialogo più strutturato in vista dell'Eurogruppo di giugno e del Consiglio dei governatori" del Mes. Come evidenziato in precedenza, alla riunione ha partecipato anche Giorgetti e Donohoe ha posto l’accento sul “contributo significativo” fornito dal ministro leghista, ma non solo: “Oggi ci ha ricordato nuovamente la notevole difficoltà incontrata con la ratifica del trattato di riforma del Mes da parte del Parlamento italiano. Lo rispettiamo e comprendiamo che diversi governi a volte si trovano ad affrontare sfide politiche, con decisioni che devono sottoporre ai rispettivi parlamenti".

"Continueremo a lavorare insieme" ha aggiunto il numero uno dell’Eurogruppo, che ha acceso i riflettori sul “forte sostegno” emerso a proposito dell’importanza del Meccanismo europeo di stabilità e al ruolo che svolge per la nostra stabilità economica: "Se il trattato di riforma del Mes non viene ratificato da tutti i Parlamenti, ciò significherebbe che l'importo di denaro che il Mes sarebbe in grado di stanziare per nostro conto in caso di crisi finanziaria sarebbe inferiore, di quanto sarebbe altrimenti. Quindi, se il trattato Mes non viene ratificato, significa che i fondi che abbiamo a disposizione per aiutarci a gestire le difficoltà bancarie non possono essere incrementati dal Mes che è in grado di erogare prestiti, e questo significa che il Mes non sarebbe in grado di svolgere un ruolo altrettanto attivo come potrebbe in caso di difficoltà finanziarie causate da un problema bancario, e questo, a sua volta, può aumentare i nostri rischi in futuro se dovessimo affrontare una grave difficoltà bancaria".

Ma Donohe non è l’unico ad aver parlato della posizione del governo Meloni. "Dobbiamo tutti cercare di lavorare al fianco di Giorgetti pur capendo le difficoltà ma i rischi" di una mancata ratifica da parte dell'Italia sono "reali", ha spiegato Pierre Gramegna, direttore esecutivo del Mes. Il commissario Ue agli Affari economici Valdis Dombrovskis ha aggiunto che è “importante finalizzare la ratifica del Trattato rivisto in particolare per la funzione di backstop". Infine, nella sua nota di aggiornamento semestrale all’Eurogruppo, il Single Resolution Board ha rimarcato che tutti i Paesi dell'area euro "dovrebbero ratificare con urgenza la revisione del trattato Mes per istituire il sostegno comune del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) al Fondo di risoluzione unico (Srf).

Avere fonti di finanziamento adeguate in caso di crisi è più importante che mai in questi tempi volatili. Questo sostegno dovrebbe infine essere integrato da un sostegno di liquidità pubblica, per far fronte alle potenziali esigenze delle maggiori banche dell'Unione bancaria".

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