
Con la ripresa dei lavori al Parlamento europeo, anche i temi caldi che hanno animato il dibattito sono tornati di attualità. È soprattutto quello dei migranti a mettere fretta alla Commissione europea, nell'ottica di accelerare i tempi per uniformare la politica dei rimpatri. La chiave, secondo quanto trapela da Bruxelles e Strasburgo, sono i Paesi terzi, sull'impronta di quanto fatto dall'Italia col patto con l'Albania, accordo tanto osteggiato in Patria quanto ammirato oltre confine.
"Credo che dobbiamo impegnarci di più con i Paesi terzi. Ecco perché abbiamo anche lavorato sui concetti di Paese sicuro, Paese terzo sicuro, Paese di origine. È importante anche avere soluzioni innovative e credo che dobbiamo impegnarci di più anche in questo, in termini di tempistiche. Io la chiamo sempre diplomazia migratoria", ha dichiarato il commissario Ue alla Migrazione, Magnus Brunner, in conferenza stampa in Finlandia. "Mettere la questione della migrazione sul tavolo quando si tratta di accordi e negoziati con i Paesi terzi è fondamentale, e dobbiamo usare di più la migrazione in queste discussioni. Quindi, insieme, penso che abbiamo tracciato percorsi chiari a livello europeo, in particolare sul nucleare. Inoltre, e la destinazione è anche chiaramente che l'UE deve riprendere il controllo su ciò che sta accadendo nell'Unione Europea", ha sentenziato il commissario.
Attualmente, ha proseguito Brunner, "il Patto sulla Migrazione non è perfetto, ma è una base molto solida e valida che abbiamo a livello europeo, e penso che sia davvero fondamentale attuare questa legge il prima possibile. E cerchiamo anche di anticipare alcuni elementi del Patto. La legislazione sui rimpatri è davvero importante, perché non è accettabile che solo una su cinque di persone che hanno ricevuto decisioni di rimpatrio viene effettivamente rimpatriata". Per questo motivo, ha proseguito, "è importante essere più rapidi e più forti, anche una protezione più forte delle frontiere esterne, perché è necessario non rendere Schengen di nuovo grande, ma farlo funzionare di nuovo". È importante lavorare sulle frontiere esterne secondo il commissario, "e anche su meno illegalità. Avremo meno movimenti illegali all'interno dell'Unione Europea, e questo, naturalmente, aiuterà anche gli Stati membri come la Finlandia a rimpatriare".
La legislazione sui rimpatri è stata approvata entro i 100 giorni "e ora spetta al Parlamento e al Consiglio decidere e adottarla il più rapidamente possibile, perché si tratta di mettere ordine nella nostra casa europea. E questo è il primo passo".