"Piuttosto che votare Fratoianni, io emigro". Così papà Salis nel 2022 parlava di chi ha "liberato" la figlia

Appena un anno e mezzo fa, Roberto Salis annunciava con orgoglio sui social che piuttosto che votare Fratoianni sarebbe andato via dall'Italia: per interesse l'ingegnere ha rinnegato i suoi principi

"Piuttosto che votare Fratoianni, io emigro". Così papà Salis nel 2022 parlava di chi ha "liberato" la figlia
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Roberto Salis da domenica sera rimbalza tra un'intervista e un'altra, da un quotidiano a una televisione, particolarmente entusiasta per l'elezione di sua figlia al parlamento europeo. Fin da subito ha chiesto la liberazione della figlia e il rientro in Italia, pretendendo dal governo un'azione che, nei fatti, non ci può essere. Lo stesso Antonio Tajani, con eleganza, l'ha invitato a studiare giurisprudenza prima di avanzare richieste impossibili. Ma soprattutto, la candidatura prima e l'elezione poi hanno dato un colpo di spugna a tutte quelle che sembravano essere delle certezze per l'ingegnere, che di colpo si è trasformato in un ultrà della sinistra.

Era il 18 settembre del 2022 quando su Twitter, come rilevato da Atreju, scriveva: "Piuttosto che votare per Di Maio, Speranza, Cirinnà, Fratoianni, io emigro". Eppure, nel segreto dell'urna elettorale, non è difficile immaginare dove abbia messo la sua "x", visto con chi era candidata la figlia. Nel 2022, Ilaria Salis, alla tenera età di 38 anni, giocava ancora a fare la ribelle tra occupazioni e scontri con la polizia. Non era ancora andata a Budapest per partecipare alla contromanifestazione che ogni anno si tiene nella Capitale ungherese, organizzata dagli estremisti di estrema destra, che lei è accusata di aver picchiato. E non era ancora stata fermata a bordo di un taxi con un manganello retrattile usato per "difesa personale", come poi diranno i suoi avvocati. Ma aveva già avuto alcune denunce.

Prima di tutto questo, quindi prima che Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli diventassero i salvatori di sua figlia, annunciava urbi et orbi, in risposta a Enrico Letta, Roberto Gualtieri e al profilo ufficiale del Pd, che piuttosto che votare per Avs alle elezioni politiche (che hanno poi visto trionfare Giorgia Meloni) sarebbe emigrato. Eppure, lo scorso 8 e 9 giugno era in Italia, più agguerrito che mai. E nelle settimane precedenti lo si è visto un po' ovunque nei panni del portavoce della figlia, impegnato in campagna elettorale proprio accanto a colui che disse non avrebbe mai votato. Come cambia il punto di vista quanto a muovere sono gli interessi.

Ilaria Salis passerà dagli arresti al ruolo di onorevole, con stipendio di circa 7mila euro netti, proprio grazie a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno colto la palla al balzo per strumentalizzare il caso dell'insegnante precaria accusata di reati gravissimi in Ungheria e guadagnare così qualche voto utile al superamento dello sbarramento. L'esponente dei centri sociali, che va fiera di questa "occupazione", tanto da inserirla nel fac-simile di curriculum caricato sul sito del Viminale per la trasparenza, si presenta a Bruxelles con un casellario giudiziario di due pagine, sul quale spiccano due condanne definitive.

Eppure, 170mila italiani, la cui estrazione è facile da intuire, le hanno dato il voto e ora rappresenterà il Paese nell'assemblea europea. E lo farà grazie al politico che suo padre nella notte elettorale abbracciava ma che meno di due anni fa tollerava così poco.

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