L'incremento dell'islamizzazione sta diventando un problema diffuso in Europa e sta colpendo anche l'Italia, dove è in aumento il numero di soggetti praticanti in modo radicale della religione di Maometto. Che potesse diventare un tema da affrontare lo disse in tempi non sospetti Oriana Fallaci e lo ha confermato Michel Houellebecq in "Sottomissione". Entrambi non sono stati considerati attendibili nelle loro previsioni, e tutt'oggi la sinistra minimizza quanto da loro denunciato, ma i fatti dicono che esiste un problema e che se non si agisce rapidamente il rischio è che sia poi troppo tardi. Questo è il tema affrontato quest'oggi a Roma durante il convegno del gruppo Patrioti per l’Europa organizzato da Susanna Ceccardi con le eurodeputate Silvia Sardone, Anna Maria Cisint e il Sottosegretario Nicola Molteni e moderato dalla giornalista de il Tempo Giulia Sorrentino.
Il libro di Houellebecq, ha spiegato Ceccardi nella successiva nota condivisa, "non era fantapolitica ma una lucida e profetica visione della capitolazione dell'Occidente, la sua stanca, silenziosa resa a un Islam politico che, passo dopo passo, prende il potere con mezzi democratici per poi stravolgere la stessa democrazia, i nostri valori e i nostri diritti". Un allarme inascoltato in molti Paesi europei, dove ormai i partiti islamici sono entrati nel tessuto politico e hanno scalato le gerarchie per arrivare al potere, che ora risuona anche in Italia, e nello specifico a Roma, con la creazione di un partito islamico in vista delle elezioni del 2027, che secondo Ceccardi è "l’esatta riproposizione di quello schema, un progetto irresponsabilmente avallato da una certa sinistra che, in cambio di voti, svende la nostra identità e le nostre radici".
Questa, ha proseguito l'europarlamentare, "non è la via per l'integrazione ma un cavallo di Troia per la sostituzione culturale" e c'è chi, in questa Ue, "tramite le politiche migratorie dei ‘porti aperti’ e dell’accoglienza a tutti i costi, vuole importare la Shari'a nelle Istituzioni e cancellare il volto e l’identità storica delle Nazioni europee". C'è ancora tempo per agire ma è necessario "organizzarci e unire le forze per contrastare concretamente l'islamizzazione, perché se non ci svegliamo subito, se non mettiamo un freno immediato a questa avanzata, la profezia letteraria di Houellebecq diventerà presto la nostra amara realtà". Silvia Sardone, che da anni si batte contro l'islamizzazione e contro la condizione della donna nell'Islam radicale, ha sottolineato che "le cronache riportano ogni giorno episodi gravissimi di ragazze e donne musulmane minacciate, picchiate o peggio perché vogliono vivere all’Occidentale o rifiutano il velo islamico. Riteniamo che il velo sia uno strumento di oppressione e per questo abbiamo avanzato la proposta di vietarlo nei luoghi pubblici".
L'avanzata dell'Islam nelle scuole preoccupa Sardone, perché "si moltiplicano iniziative fuori luogo come la chiusura degli istituti per il Ramadan o le gite scolastiche nelle moschee. Non è così che si favorisce l’integrazione, anche perché si finisce per calpestare i nostri valori". In Italia possiamo già avere uno specchio di quello che potrebbe succedere se non si pone un freno e lo mostra la città di Monfalcone, dove il partito islamico si è già presentato alle elezioni comunali. "L’Islam sta mettendo in atto la strategia più radicale: costruisce vere e proprie città nella città, fatte di moschee abusive dove indottrinare i figli fin da piccolissimi, guidati da imam che controllano ogni aspetto della vita della comunità — dalla preghiera al lavoro — imponendo le regole della Sharia al posto delle norme italiane", ha spiegato l'ex sindaco della città goriziana che conosce bene quella realtà.
"Se l’Italia vuole avere ancora un futuro il primo passo è quello di ridurre gli arrivi da Paesi islamici — e su questo abbiamo lavorato con il segretario federale Salvini e il Sottosegretario Molteni per un’ulteriore e decisiva stretta ai ricongiungimenti familiari — e imporre regole chiare alle comunità islamiche per fermare il dilagare del radicalismo che vuole sottrarci libertà e democrazia", è la riflessione finale di Cisint.