Dopo anni di immobilismo sull'immigrazione irregolare, che ha contribuito allo sfilacciamento del tessuto sociale in Europa, l'Unione europeo ha deciso di cambiare rotta anche su impulso dell'Italia. Da quando Giorgia Meloni è salita a Palazzo Chigi, ormai tre anni fa, il contrasto all'immigrazione clandestina è tornato al centro dell'agenda europea e ha trovato sempre più leader pronti a seguire il presidente del Consiglio italiano nel contrasto dei flussi irregolari. Il risultato è l'ultimo patto di immigrazione ma anche l'accordo sui Paesi sicuri, che rivede il concetto di Paesi terzi sicuri e introduce un elenco su scala europea. L'accordo ha raggiunto la maggioranza qualificata per essere ratificato, nonostante la contrarietà di alcuni Paesi e ora è sotto attacco da parte della sinistra europea, soprattutto The Left, con Ilaria Salis in prima fila.
Secondo l'europarlamentare eletta con Avs, infatti, con questo accodo il Consiglio Ue "ha conferito ai governi nazionali un mandato che, fino a pochi anni fa, sarebbe parso impensabile in un sistema democratico" perché, nella sua narrazione, il Patto europeo e il sistema dei Paesi sicuri è "un piano di deportazione di massa, attuabile attraverso campi di detenzione extra-territoriali". L'Ue ha posto paletti precisi per l'attuazione del patto, con tutele garantite, e non prevede la deportazione, che si riferisce a chi viene trasferito forzatamente dal luogo di origine o di residenza abituale: gli unici a essere interessati al piano sono i migranti irregolari, che senza documenti e senza diritto di permanenza in Europa, gravano sul welfare togliendo risorse soprattutto a chi, invece, ha diritto di asilo.
Ma per Salis "si tratta di un salto di qualità razzista e autoritario nelle politiche sul diritto d’asilo. Una svolta profondamente negativa, che rivela tutta l’oscurità del tempo presente" perché, dice, "il diritto internazionale viene ridotto a carta straccia, sostituito dall’arbitrio dello Stato sovrano". Invece, come è stato spiegato, si tratta al contrario di un ritorno al diritto, alla tutela dei confini e al diritto di tutela degli Stati. Perché esistono i corridoi regolari per l'immigrazione in Europa, che è previsto in futuro vengano anche rafforzati, ma soprattutto i sistemi europei non possono più reggere economicamente e a livello sociale.
E seguendo la linea che sta cercando di tracciare ormai da qualche settimana, che è quella della paura, Salis prova a convincere gli europei che ora vengono toccati i presunti diritti degli immigrati irregolari ma in futuro chiunque potrebbe vedere i suoi diritti compressi: "Il problema è un clima generale sempre più autoritario, che colpisce con crescente violenza e disprezzo le persone migranti e razzializzate. Oggi tocca a loro, ma domani toccherà a molti altri".
E di tutta risposta, il gruppo The Left ha organizzato un evento perché, dice Salis nel lanciarlo, "come già avvenuto negli Stati Uniti contro ICE, è tempo di costruire anche qui un fronte ampio e antirazzista di resistenza alle deportazioni".