Ucraina, asset russi e Green Deal: ecco tutte le decisioni del Consiglio Ue

Vertice dei leader a Bruxelles: impegno per nuovi aiuti finanziari, ma nessuna decisione sull’uso dei beni russi congelati

Ucraina, asset russi e Green Deal: ecco tutte le decisioni del Consiglio Ue

Dall'Ucraina al Medio Oriente, passando per il Green Deal e l'energia: tanti i dossier affrontati oggi dal Consiglio europeo riunito a Bruxelles. I leader dei ventisette hanno riaffermato il proprio impegno a sostenere Kiev sia sul piano finanziario che militare per i prossimi due anni, confermando al tempo stesso la condanna dell’aggressione di Mosca. “Oggi, il Consiglio europeo ha trasmesso un messaggio importante: l'Ue è impegnata a rispondere alle urgenti esigenze finanziarie dell'Ucraina per i prossimi due anni, inclusi il supporto per i suoi sforzi militari e di difesa. La Russia deve fermare la guerra immediatamente” la sottolineatura del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa in un messaggio diffuso sui social.

Ucraina e adesione all’Ue

Nel testo finale, i leader europei ribadiscono “il fermo sostegno dell'Ue al percorso dell'Ucraina verso l'adesionee accolgono “con favore i significativi progressi compiuti finora dall'Ucraina nelle circostanze più difficili”. Il Consiglio europeo “incoraggia l'Ucraina, il Consiglio e la Commissione a proseguire i lavori sul processo di adesione, in linea con l'approccio basato sul merito”. Secondo quanto si legge nelle conclusioni, “il cluster sui principi fondamentali sarà aperto per primo e chiuso per ultimo”, e l’apertura dei diversi capitoli avverrà “quando saranno soddisfatte le condizioni, conformemente alla metodologia di allargamento”. Il Consiglio europeo prende inoltre atto della valutazione della Commissione, secondo cui i cluster sui principi fondamentali, sul mercato interno e sulle relazioni esterne sono pronti per essere aperti.

Sostegno economico e uso degli asset russi

Sul piano economico, i leader non hanno approvato un mandato dettagliato sull’utilizzo dei beni russi congelati per finanziare la ricostruzione ucraina, limitandosi a un generico invito a proseguire i lavori in vista del vertice di dicembre. “Il Consiglio europeo si impegna a far fronte alle urgenti esigenze finanziarie dell'Ucraina per il periodo 2026-2027, anche per i suoi sforzi militari e di difesa” si legge nel testo concordato. “Pertanto, il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare, il prima possibile, opzioni di sostegno finanziario basate su una valutazione delle esigenze di finanziamento dell'Ucraina e invita la Commissione e il Consiglio a proseguire i lavori, affinché il Consiglio europeo possa tornare sulla questione nella sua prossima riunione”.

Resta inoltre stabilito che, “fatto salvo il diritto dell'Ue, i beni della Russia dovrebbero rimanere immobilizzati finché la Russia non cesserà la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina e non la risarcirà per i danni causati dalla sua guerra”. Le versioni precedenti del documento erano più esplicite sull’uso degli asset russi, con riferimenti diretti alla possibilità di “utilizzo graduale delle disponibilità liquide associate ai beni russi immobilizzati, conformemente al diritto dell'Ue e al diritto internazionale”.

Il Consiglio europeo ha chiesto ulteriori misure per contrastare le attività della cosiddetta “flotta ombra” russa, sollecitando azioni coordinate tra gli Stati membri per ridurre “i significativi rischi ambientali e per la sicurezza” derivanti da tali operazioni. Le conclusioni invitano i Paesi Ue a rafforzare l’applicazione delle norme ambientali e di sicurezza marittima, nonché la cooperazione con gli Stati di bandiera.

Crisi in Medio Oriente

Sul fronte mediorientale, i leader europei hanno espresso sostegno al piano per porre fine al conflitto di Gaza. “Il Consiglio europeo accoglie con favore l'accordo raggiunto sulla prima fase del piano globale per porre fine al conflitto di Gaza, presentato dal Presidente Trump, nonché l'esito del vertice per la pace di Sharm el-Sheikh, tenutosi il 13 ottobre 2025” si legge ancora nelle conclusioni. Il documento “elogia gli sforzi diplomatici guidati dagli Stati Uniti e il ruolo svolto dai mediatori regionali, che l'Unione europea ha costantemente sostenuto”, invitando “tutte le parti a impegnarsi pienamente nell'attuazione di tutte le fasi e ad astenersi da qualsiasi azione che metta a repentaglio l'accordo”.

Il Consiglio europeo richiama inoltre la necessità di “una de-escalation in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”, chiedendo la fine “della violenza dei coloni, anche contro le comunità cristiane, dell'espansione degli insediamenti, illegali ai sensi del diritto internazionale, e dell'operazione militare israeliana”. Nel documento si invita infine Israele “a revocare il piano di insediamento E1, che mina ulteriormente la soluzione dei due Stati”.

Politiche climatiche e revisione dello stop ai motori termici

Nel capitolo dedicato alla competitività, i ventisette hanno espresso sostegno all’intenzione della Commissione europea di rivedere entro l’anno il regolamento sulle emissioni di CO₂ per il settore automobilistico, che prevede lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2035.
I leader Ue hanno accolto “con favore l’intenzione della Commissione europea di portare avanti la revisione” e hanno chiesto “la rapida presentazione della proposta tenendo conto della neutralità tecnologica”.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva già anticipato la revisione in una lettera inviata ai leader europei, sottolineando la volontà di “accelerare la revisione del regolamento entro la fine di quest’anno” e spiegando che Bruxelles sta “valutando il ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni nella transizione verso un trasporto su strada a zero emissioni oltre il 2030”. Accanto agli e-fuel sostenuti dalla Germania, von der Leyen ha citato per la prima volta “i biocarburanti avanzati”, promossi dall’Italia, tra le opzioni in esame. I ventisette hanno inoltre proposto di inserire una “clausola di revisione” per l’obiettivo climatico al 2040, invitando la Commissione a “sviluppare ulteriormente le condizioni necessarie per sostenere l’industria e i cittadini europei” e a proseguire i lavori sul dossier. Nel definire il “target climatico al 2040”, la Commissione dovrà tenere conto “del contributo della rimozione del carbonio allo sforzo complessivo di riduzione delle emissioni” e dei “crediti internazionali del carbonio alta qualità”.

Energia e abitazioni

Il Consiglio europeo ha chiesto “un urgente intensificare gli sforzi per garantire l'approvvigionamento di energia pulita e a prezzi accessibili e costruire un'autentica Unione dell'energia entro il 2030, anche avvalendosi della nuova task force per l'Unione dell'energia”. Per la prima volta, i leader hanno affrontato anche il tema delle politiche abitative. “Alla luce delle sfide abitative che molti cittadini dell'Unione europea devono affrontare, compreso l'accesso ad alloggi a prezzi accessibili, il Consiglio europeo ha discusso le diverse dimensioni di questa urgente questione”, si legge nel documento.

Il Consiglio invita la Commissione “a presentare rapidamente un piano ambizioso e completo per gli alloggi a prezzi accessibili”, con l’obiettivo di “sostenere e integrare gli sforzi degli Stati membri, anche nel contesto del programma di semplificazione, tenendo debitamente conto del principio di sussidiarietà e delle competenze nazionali”.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica