Cronache

Evasione, 45 arrestati dalla guardia di finanza C'è anche il presidente Confcommercio di Roma

Imprenditori e professionisti accusati di aver dato vita a un grosso giro di evasione fiscale. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi anche il presidente di Confcommercio di Roma, Cesare Pambianchi, e il commercialista Carlo Mazzieri. Sequestrati beni per 85 milioni di euro

Evasione, 45 arrestati dalla guardia di finanza 
C'è anche il presidente Confcommercio di Roma

Roma - Quarantacinque ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dalla magistratura romana nei confronti, tra gli altri, di imprenditori e professionisti nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di evasione fiscale. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi anche il presidente di Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi ed il commercialista Carlo Mazzieri. L’indagine riguarda un meccanismo di elusione fiscale attuato attraverso il trasferimento all’estero, specie in Bulgaria ed Inghilterra, di società in stato prefallimentare.

Le indagini Stando alle indagini svolte dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, dal gennaio 2010 al giugno 2011 sono state individuate 703 società di cui 292 trasferite all’estero e scoperte distrazioni di beni delle stesse società per un importo pari a 208 milioni di euro, di cui 98 in contanti e 110 in immobili.

I reati contestati Associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed altri reati tributari, oltre all’appropriazione indebita e al riciclaggio. Gli arresti di oggi vanno ad aggiungersi a quelli avvenuti tra settembre e marzo scorsi, nei confronti di rappresentanti del gruppo Vichi e di quelli che hanno usato il marchio Aiazzone. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal colonnello Pietro Bianchi, le indagini hanno consentito di accertare che l’organizzazione, in grado di reclutare cittadini bulgari, inglesi, romeni e cinesi, risultava specializzata nella sistematica illecita condotta di trasferimento all’estero - in particolare in Bulgaria ma anche in Spagna, Venezuela, Perù, Romania e Regno Unito - di società italiane gravate da ingenti debiti tributari (almeno 600 milioni di euro).

Tutti gli arrestati Oltre a Pambianchi provvedimenti di custodia cautelare anche per Roberto Celli, Francesco Bove e Virgilio Colasanti, il notaio Andrea Ferrara. L’elenco è completato con il commercialista Paolo Verrengia, Marco Adami e la moglie Marinka Gospodinova Georgieva, il promotore e avvocato Davide De Caprio, i bulgari Dimitrov Nikolay Ivanov, Svetozar Krastev, Marin Petrakev, e il cittadino inglese David Edward Richards, Massimiliano Celli e il figlio Roberto, il vicedirettore di una filiale della Banca Popolare di Milano, Marco Borgaz.

Il meccanismo individuato Consisteva generalmente nel preliminare svuotamento della parte attiva delle società che, successivamente, veniva ceduta a prestanome, italiani o stranieri, ad opera di professionisti romani, e trasferita all’estero con conseguente cancellazione dal registro delle imprese italiano, onde sottrarsi alle eventuali procedure fallimentari. Particolare evidenza hanno assunto le posizioni riconducibili a noti gruppi imprenditoriali nel campo della grande distribuzione, abbigliamento, costruzioni, vigilanza privata, sanità privata, gestione immobiliari e trasporti di merci su strada. Tra questi figurano i gruppi Conad del Tirreno, Visa moda, Di Veroli, Francisci, Mangione, Gelfusa, De Meo. Le misure cautelari hanno così coinvolto imprenditori, professionisti, funzionari ed esponenti di banca.

Sequestrati beni per 85 milioni La Finanza ha eseguito sequestri di beni per 85 milioni di euro, tra cui l’immobile dello studio Mazzieri e Pambianchi ai Parioli, le abitazioni dei titolari dei gruppi imprenditoriali in zone centrali della capitale, due yacht gemelli del valore di tre milioni di euro ciascuno e 60 autovetture, tra cui alcune di lusso o da collezione.

Perquisizioni anche a carico del gruppo economico di commercializzazione che fa riferimento al caffè Palombini. 

Commenti