Laura Verlicchi
da Milano
Che cosa hanno a che vedere i 1.800 euro versati da Silvio Berlusconi per sanare eventuali irregolarità formali nella sua dichiarazione Irpef con le decine di milioni di presunte evasioni fiscali? Nulla. Come ci spiega Niccolò Ghedini, avvocato del presidente del Consiglio.
Che tipo di operazione ha fatto Silvio Berlusconi?
«La stessa suggerita a milioni di contribuenti, soprattutto professionisti, dai loro commercialisti e prevista dalla legge 289 del 2002 come dichiarazione integrativa semplice. In pratica, è stata pagata la quota di 300 euro allanno per sei annualità, dal periodo di imposta 97 al 2002, per un totale di 1.800 euro. Questo copre una mancata dichiarazione di 600 euro annui di reddito sulla dichiarazione Irpef, quindi personale, di Silvio Berlusconi, che si aggira intorno ai 15 milioni annui».
Si tratta comunque di versamenti molto bassi: come mai?
«Proprio perché si è deciso, su consiglio dei commercialisti, di versare comunque la quota minima prevista dalla legge. Non si tratta quindi del cosiddetto condono tombale, ma di unoperazione il cui fine è quello di sanare eventuali irregolarità formali della dichiarazione e ridurre il tempo di accertamento da parte dellAgenzia delle Entrate a cinque anni, anziché otto come prevede la legge attuale».
Perché lAgenzia delle Entrate aveva chiesto alla Procura di Milano gli atti dellinchiesta?
«La contestazione in corso a Milano comprendeva anche lipotesi accusatoria di appropriazione indebita. Da qui il sospetto dellAgenzia delle Entrate nei confronti del contribuente Silvio Berlusconi. Ma in realtà levasione fiscale non centra con il processo in corso e la Procura infatti non lha contestata».
Perché lAgenzia ha archiviato la segnalazione?
«La contestazione del processo riguardava il periodo dal 95 al 99.
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