«Da ex marinaio dico: basta polemiche»

Roma«Ha ragione la Lega quando afferma che sarebbe auspicabile creare per chi vuole emigrare occasioni di lavoro e di benessere nei Paesi d'origine. Ma per far questo, prima di dare giudizi sui poveri cristi che s'imbarcano, bisognerebbe essere meglio informati sulle disastrose situazioni in cui si trovano».
Padre Giulio Albanese, missionario comboniano esperto di Africa, già fondatore dell’agenzia Misna, è oggi il responsabile delle riviste missionarie della Cei. È rientrato da poco dal Kenya, e commenta con il Giornale la tragedia del mare accaduta al largo di Lampedusa parlando da sacerdote ma anche da ex ufficiale di Marina.
Come giudica quanto accaduto?
«C’è un fatto tristissimo, un fatto di cronaca nera, una mattanza. Ma c’è pure una questione di fondo importante, che mi sembra sottovalutata: ci si meraviglia che così tanta gente voglia rischiare la vita per arrivare nel nostro Paese, e nessuno spiega che cosa stia davvero accadendo in Africa. Ci sono emergenze umanitarie in Somalia e in Darfur, la crisi economica ha messo ancora più in ginocchio il Continente nero. Nessuno ricorda che la nostra ex colonia, l’Eritrea, da dove provenivano gli ultimi immigrati, è un Paese allo sbando, governato da un criminale. Le migrazioni sono il segnale di un malessere profondo».
Che cosa bisogna fare, allora?
«Innanzitutto informare, perché l’informazione è una forma di solidarietà. Di fronte a questi fatti dovremmo indignarci, perché è in gioco la vita umana e la vita va sempre difesa».
Si discute sul mancato soccorso da parte dei maltesi...
«Parlo da ex ufficiale di Marina, conosco bene le regole internazionali, come ci si deve comportare in mare. Se davvero vi sono state delle omissioni di soccorso si tratterebbe di un fatto di una gravità inaudita. Si dice che i maltesi non solo abbiano intercettato l’imbarcazione degli eritrei, ma che si siano limitati a dar loro informazioni sulla rotta verso Lampedusa insieme a viveri e medicinali, invece di trarli a bordo soccorrendoli. Se fosse vero, sarebbe gravissimo».
Subito sono partite raffiche di accuse al governo, la polemica politica s’è infiammata.
«Di fronte a drammi come questo è assurdo ridurre tutto a polemiche politiche, a oggetto del contendere tra destra e sinistra. Bisogna cercare, invece, di combattere innanzitutto i trafficanti di carne umana e le organizzazioni criminali che in Italia soprattutto speculano sugli immigrati clandestini. Bisogna fare più attenzione a mafia, ’ndrangheta e camorra, che sono impegnate in questo turpe mercato».
Il quotidiano «Avvenire» ha paragonato il disinteresse dell’Occidente per questi drammi con quanto avvenuto al tempo della Shoah. Paragone condivisibile o eccessivo?
«Credo si tratti davvero di una Shoah... Non sappiamo quanti siano quelli che partono né quelli che vanno a fondo. Non si tratta solo di difenderci, di difendere il nostro Paese. Dobbiamo capire che gli interessi sono comuni, tra noi e loro, tra gli italiani e chi arriva da fuori. Se guardiamo solo ai nostri interessi rischiamo che la situazione peggiori.

La Lega Nord ha ragione quando afferma che sarebbe auspicabile creare per chi vuole emigrare occasioni di lavoro e di benessere nei Paesi d’origine. Ma per far questo, prima di dare giudizi sui poveri cristi che s'imbarcano, bisognerebbe essere meglio informati sulle disastrose situazioni in cui si trovano».

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