Exor paga l’effetto crisi e va in rosso. Ma c’è il dividendo

Il gruppo Exor passa in rosso nel 2009. La holding della famiglia Agnelli, che controlla Fiat con una quota del 28,7% del capitale totale, ha chiuso il 2009 con una perdita di 388,9 milioni, contro l’utile di 435,4 milioni del 2008, dato attribuibile per 301,8 milioni ai soci della controllante e per 133,6 milioni agli azionisti terzi della controllata Ifil, incorporata un anno fa. Quasi raddoppiato, invece, il net asset value (nav), passato a 5.737 milioni rispetto ai 2.968 milioni del primo marzo 2009, data di efficacia della fusione con Ifil.
A livello di risultato consolidato, spiega una nota di Exor, la variazione negativa deriva soprattutto dal decremento netto dei risultati delle partecipate (-655,3 milioni) e da quello del risultato finanziario netto (-155,5 milioni).
Come fa notare un analista, «i numeri di Exor rispecchiano per lo più l’andamento delle società partecipate, Fiat in primis, che da sola ha contribuito alla perdita per 250 milioni, dato che comunque era nelle attese. Superiore alle aspettative, invece, la perdita della controllata del settore immobiliare, Cushman and Wakefield (C&W), che ha contribuito al rosso per 81,4 milioni». Per la sola capogruppo Exor spa, l’esercizio 2009 si è invece chiuso in utile per 88,8 milioni, rispetto all’utile pro-forma di 333 milioni del 2008. Tale variazione negativa, precisa Exor, deriva principalmente da minori dividendi da partecipazioni (-135,7 milioni) e dalle minori plusvalenze realizzate su cessioni di azioni Intesa SanPaolo (-145,8 milioni). Exor, infatti, tra il 2009 e il primo trimestre del 2010, ha ceduto 108mila azioni ordinarie del gruppo guidato da Corrado Passera, riducendo la propria partecipazione allo 0,09%, quota che, stando alle attese del mercato, è destinata ad azzerarsi nei mesi a venire.


Il risultato positivo ottenuto dalla capogruppo ha permesso al cda di deliberare la distribuzione di dividendi pari a 0,27 euro per ciascuna azione ordinaria, 0,3217 euro per ogni azione privilegiata e 0,3481 euro per ogni titolo di risparmio, per un totale di 67,9 milioni.

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