nostro inviato a Parigi
È il salone delle feste, otto mesi dopo. Letizia Moratti e Roberto Formigoni parlano all’assemblea del Bie nel Palais des Congrès diParigi, lo stesso luogo in cui il 31 marzo scorso Milano ha vinto per un soffio il «trofeo» dell’Expo. Allora la tensione era per la sfida con Smirne, adesso ad agitare gli animi è la corsa al rispetto dei tempi e la caccia ai soldi che mancano all’appello. Prossimi obiettivi: reperire tre miliardi di euro entro la fine dell’anno (anche con l’aiuto dei privati) e tornare a Parigi ad aprile con un piano di sviluppo più dettagliato da presentare alla Commissione esecutiva del Bie, il Bureau international des expositions.«Il tempo è corto» sintetizza il presidente, Jean Pierre Lafon, nel suo italiano forse non perfetto ma certo molto efficace.
Non c’è un attimo per prendere fiato, nonostante la soddisfazione di essere arrivati a Parigi con la società di gestione Expo 2015 battezzata dal notaio. «Abbiamo dato prova di mantenere gli impegni. Le polemiche sono solo italiane. Ora serve un altro piccolo sforzo» è l’appello del sindaco Moratti subito dopo il discorso pubblico.
A fare i conti ci pensa Roberto Formigoni, volato a Parigi come presidente del tavolo Infrastrutture: «A causa della crisi economica mancano tre miliardi di euro che è necessario reperire entro Natale». Altrimenti non potranno essere indette le gare e il rischio è che sia impossibile realizzare alcune opere previste, prima di tutto le nuove metropolitane. Come spiega il sindaco, «per far partire la linea 6 della metro, bisogna prima aver finanziato per intero la linea 5». Ed è solo un esempio.
Sul megaschermo scorrono i numeri degli investimenti: 24, 7 miliardi di euro. Sono già totalmente finanziate le tredici opere essenziali per il sito Expo e l’80 per cento delle 17 opere connesse incluse nel dossier di candidatura.
Passi avanti impegnativi che non sfuggono ai vertici del Bie. «Adesso è tutto chiaro, il ritardo non è drammatico. Il problema era quando non si vedeva la fine del tunnel» osserva il segretario generale del Bureaux, Vincente Gonzales Loscertanes. Il presidente, Lafon, continua a mettere fretta: «Bisogna fare ancora molte cose perché il registro formale deve essere completato cinque anni prima». Ovvero entro il 2010. Ma 485 progetti in 90 Paesi sono già partiti, racconta Letizia Moratti all’assemblea del Bie. Fa da testimone e testimonial Jacques Attali, di Planet Finance: «Stiamo lavorando con i paesi in via di sviluppo e anche a un progetto per le aree disagiate di Milano».
La prossima settimana al Pirellone si riunirà il tavolo infrastrutture con il governo, ma le difficoltà di bilancio rendono praticamente impossibile il reperimento di tre miliardi in finanziaria. Le vie che restano da battere sono la Banca europea degli Investimenti, la Cassa depositi e prestiti e un finanziamento integrativo da parte dei privati.
A Parigi sono assenti il ministro degli Esteri, Franco Frattini («aveva un impegno alla nato ma la prossima settimana sarà a Milano» spiega accomodante il sindaco), e il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che avrebbe dovuto sostituirlo e invece all’ultimo momento non è arrivata.
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