La reginetta della festa,
ça va sans dire, è stata lady Letizia
Moratti. Nel
giorno della gloria,
lunedì sera,
ha perso il suo
aplomb per abbandonarsi
a balli
e brindisi al Pavillon
Dauphne di
Parigi. La vittoria
di Milano su Smirne
per l’Expo
2015 è stata
schiacciante e andava
festeggiata senza freni. Ieri
mattina il sindaco è tornata
subito al lavoro, volata presto a
Roma per partecipare nel pomeriggio
a Palazzo Chigi alla
riunione del governo con gli amministratori
locali
per l’Expo. Ci sono
sette anni di
tempo, ma non si
perde tempo.
Dunque, subito
l’investitura del
sindaco nel segno
della continuità:
«Era presidente
del comitato
per la candidatura
e da oggi è la
presidente del Comitato per la pianificazione», annuncia il sottosegretario Enrico Letta.
Del resto, puntualizza il premier uscente Romano Prodi, «sette anni sono sufficienti ma non troppi, Milano ha le carte in regole per soddisfare quello che chiede un mondo raffinato ed esigente ma il successo non è garantito». Dunque, rimboccarsi subito le maniche e partire con i progetti e i cantieri. Sarà rivisto quello cella «torre più alta del mondo», il grattacielo alto 200 metri previsto fino all’altro ieri a Rho Pero, dove sorgeranno i padiglioni dell’esposizione. «Nel secolo scorso le infrastrutture erano considerate un punto di forza» una Tour Eiffel «era giusta in passata, ma il nostro simbolo non sarà una torre bensì un centro per lo sviluppo sostenibile, un punto di una rete che ci auguriamo diventi globale perché in più Paesi si possa costruire una scuola, un ospedale un centro di formazione». Se sarà la Moratti a tagliare il nastro dell’Expo con la fascia da sindaco non è dato sapere. Alla domanda se si ricandiderà sindaco resta vaga: «Non ho fatto mai programmi in vita mia, continuo a non farli e a lavorare giorno per giorno». Vivrà comunque questo evento da spettatore il presidente della Provincia, Filippo Penati: «Mi ricandiderò sicuramente nel 2009 - afferma -, ma il mio mandato scadrà comunque nel 2015». Il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha ricordato anche il proprio ruolo: «Mi sono impegnato a fondo per aiutare il sindaco, anche intervenendo su alcuni Paesi facendo cambiare la loro posizione».
C’è già chi grida all’Expo come la nuova frontiera dei palazzinari, ultimo della lista Adriano Celentano che sul suo blog già prefigura «schizofrenici progetti». Stefano Ricucci, considerato uno dei «furbetti del quartierino» nonostante i guai con la giustizia che l’hanno portato in carcere e al fallimento della sua Magiste International, si dice già «pronto a partecipare ai grandi progetti immobiliari che si svilupperanno con l’Expo a Milano». A placare gli animi è il governatore Formigoni: «I sette anni che mancano al 2015 non saranno dedicati a costruire. Realizzeremo le infrastrutture necessarie, ma non temano gli urbanisti o chi paventa chi sa cosa. La realizzazione di alcune grandi opere di collegamento già decise avverrà perché sono state già decise, come la pedemontana la Brebemi e l’alta velocità».
Oggi alle 16.45 il sindaco Moratti riferirà in consiglio comunale sull’assegnazione dell’Expo. Resta fuori dalla porta il ministro D’Alema: ieri mattina era partito il contatto tra il consigliere del Pd Davide Corritore e la segreteria della Farnesina per invitare il ministro che oggi era già in «trasferta» a Milano per impegni elettorali, e sembrava quindi disponibile a partecipare tra le 16.30 e le 17.30.
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