La telenovela sullacquisto dei terreni dellExpo sembra avvicinarsi a una svolta. Le trattative e le telefonate tra la Fondazione Fiera e la famiglia Cabassi si infittiscono e diventano sempre più definite. La Fondazione Fiera Milano sta definendo il possibile acquisto delle aree di proprietà dei Cabassi, facendo così passare i terreni dalle mani di una società privata a una fondazione che fa interessi pubblici.
«La trattativa - ha spiegato il presidente della Fondazione Gianpiero Cantoni, a margine di un incontro a Fieramilano - dovrebbe concludersi entro settembre». Se così fosse, verrebbero rispettati i tempi della tabella di marcia definiti nel dossier.
«Queste - ha proseguito Cantoni - sono indicazioni che ci sono arrivate da Formigoni, Podestà e Moratti». Il pagamento ai Cabassi, ha spiegato, avverrà 18 mesi dopo la fine dellExpo e quindi non prima del 2017. «Non ci sarà - ha detto ancora - una forchetta di prezzo». Riguardo alla valorizzazione dei terreni dopo il 2015, Cantoni ha spiegato che «avremo la disponibilità di questo terreno per metterlo sul mercato con unasta completamente aperta, secondo le procedure di legge e la massima trasparenza». «Ci aspettiamo, per una parte di queste aree, - ha detto - la possibilità di una valorizzazione urbanistica». La fondazione ha quindi precisato non ha come core business lo sviluppo di terreni e la costruzione di case: «Quello che noi possiamo garantire è lassoluta trasparenza etica e la non speculazione». Ovviamente, dietro loperazione non ci sono interessi privati: «La fondazione - tiene a precisare Cantoni - è un ente di diritto privato ma espressione della collettività, della Regione».
Al momento sono in corso le riunioni tecniche per valutare loperazione e informare quindi gli azionisti, ovvero Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, per la valutazione finale. «Procederemo - ha affermato Cantoni - solo quando ci sarà la loro approvazione».
Loperazione solleva «dubbi e qualche consistente preoccupazione» a Franco Mirabelli, consigliere regionale del Pd, che chiede chiarezza su che ne sarà dei terreni dopo il 2015. In realtà, la strategia indicata dagli enti azionisti, puntualizza lo stesso Cantoni, «è di acquisire i terreni per evitare che ci possano essere sospetti di speculazione».
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