da Roma
Pacatezza, distinzione, molte proposte convincenti: è lo «stile Rondi», che simpone al Festival Internazionale del Film di Roma, al via il 22 ottobre con la presidenza del decano dei cinecritici italiani, Gian Luigi Rondi. Nominato, ieri, durante lincontro con la stampa, soltanto come «il presidente», dunque mai citato per nome (il che usa per le celebrità riverite), il patròn della kermesse capitolina ha delineato il programma di «Extra», la sezione più interessante del Festival. Innanzitutto, gli omaggi: ad Alida Valli («non potevo non proporla all'attenzione»), star che rivivrà nel documentario del nipote Pierpaolo Di Mejo e nella proiezione del film viscontiano Senso; a Nino Manfredi, del quale si vedrà un esordio alla regia; a Dino Risi, cui si dedica una mostra a Palazzo Chigi, ad Ariccia; a Steno, padre dei fratelli Vanzina e, infine, a Florestano Vancini, appena scomparso. Ma non ci saranno soltanto gallerie del memento, gradite alla cinefilia nostalgica, bensì anche vivaci incontri con le personalità più interessanti del cinema contemporaneo, curati da Mario Sesti. Conversazioni con Al Pacino, Olivier Assayas, Michael Cimino, David Cronenberg, Toni Servillo e Mario Verdone, anche supportate da proiezioni dei film di volta in volta analizzati, rinnoveranno la piacevole tradizione dun confronto diretto tra pubblico e professionisti del grande schermo. «La nostra è una sezione barricadiera e meticcia: si entra in sala, si fa una domanda ad Al Pacino, magari dopo si vede un documentario su Bob Marley o su Frabrizio De Andrè», ha spiegato Sesti, che parlando dellinternazionalità del Festival di Roma ha distinto, da una parte, gli europei Greenaway, Assayas, Vinterberg, e dallaltra gli americani Cimino, James Marsh, Morgan Spurlock. Né mancherà lesotismo del cinema carioca, perché stavolta tocca al Brasile rinnovare i suoi fasti di regia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.