Ezechiele Moreno y Díaz

Spagnolo, nacque nel 1848 ad Alfaro, nella provincia di Logroño. Suo fratello maggiore Eustachio aveva preso l’abito degli agostiniani Recolletti in Navarra, a Monteagudo. Ezechiele seguì il suo esempio e aggiunse al suo nome «de la Vírgen del Rosario». Dopo gli studi fu ordinato sacerdote nel 1871. Nel 1876 fu mandato nelle Filippine come parroco di Lespiñase, vicino a Manila. Quattro anni dopo venne nominato predicatore della capitale. In seguito passò a dirigere la grande fattoria che il suo ordine teneva, in quelle lontane isole, a Imus. Fu poi richiamato in patria ed eletto superiore di Monteagudo. Nel 1888 venne inviato in Colombia come provinciale. Qui il papa Leone XIII lo fece vescovo di Pinara e primo vicario apostolico del Casanare. La consacrazione episcopale la ricevette nel 1894, nella cattedrale di Santa Fe. Ma erano i tempi in cui l’anticlericalismo massonico insisteva con maggiore virulenza nei Paesi ispanofoni del Sudamerica, che i liberali di allora (molto diversi da quelli odierni) consideravano arretrati e superstiziosi perché legati a filo doppio al cattolicesimo.

L’estensione dell’impero britannico e la crescente potenza degli Stati Uniti, privi di un clero soprannazionale e centralmente organizzato come quello cattolico, faceva ritenere a molti che ciò rappresentasse il futuro e che la modernità dipendesse dalla perdita di ogni zavorra religiosa. Com’è noto, dopo il liberalismo venne il marxismo, ma il Sudamerica è ancora in mezzo al guado. Il vescovo Moreno ebbe tante gatte da pelare che se ne ammalò. Tornò a morire in patria nel 1906.

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