«Fabbrica Iveco in Usa e accordo con Saic anche sugli autobus»

L’ad Monferino delinea i progetti della divisione di Fiat Group: «Sbarco negli Stati Uniti nel 2009 e con Tata piani a tutto campo»

«Fabbrica Iveco in Usa e accordo con Saic anche sugli autobus»

da Milano

L’avviamento negli Stati Uniti di un sito produttivo («nulla è escluso, un impianto nell’area nordamericana è una delle opzioni; in questo Cnh, con cui le sinergie aumentano, ci può essere di grande aiuto: siamo sempre più un gruppo e sempre meno settorializzati») e l’allargamento a tutto campo degli accordi con il partner indiano Tata: cominciano a delinearsi le strategie all’estero di Iveco, la divisione di Fiat Group produttrice di camion. A parlarne con Il Giornale è l’amministratore delegato Paolo Monferino, ieri a Milano per la prima giornata del Transpotec Logitec.
Potrebbe essere il «leggero» Daily a riaprire il discorso Usa per Iveco?
«È una delle ipotesi. Negli Usa i problemi legati al petrolio hanno lasciato il segno. Hanno bisogno di veicoli che abbiano le caratteristiche del Daily: garantiscano prestazioni e allo stesso tempo costi operativi ridotti. I costruttori Usa stanno discutendo di questo con i possibili partner. E noi siamo tra questi».
Quando, allora, lo sbarco negli Usa?
«Siamo nella fase di preparazione. Penso nel 2009 e il fatto che sia lo stesso anno del rientro dell’Alfa Romeo è del tutto casuale».
Intanto prosegue il consolidamento in Cina...
«Nel 2007 saranno circa 95mila i camion prodotti dalle nostre joint venture cinesi. Credo anche a un risultato positivo, seppur di piccola entità, a livello di conti».
Avete come partner Nanjing, lo stesso che sta dando problemi all’Auto...
«Con loro lavoriamo bene. Non si sono defocalizzati come è accaduto nell’Auto».
E se dovessero rompere con l’Auto?
«Non è detto che succeda per Iveco».
Come va con l’altro socio forte Saic?
«Ottimo partner. Stiamo discutendo per una joint venture con la nostra Irisbus».
«Iveco 2» è la denominazione coniata per il nuovo business extraeuropeo di Iveco. Facciamo il punto...
«Cresciamo molto bene in Sud America, dove abbiamo fabbriche in Brasile, Argentina e Venezuela. È l’unica area dove in passato i risultati non arrivavano».
Anche in America latina sfrutterete la partnership con Tata?
«Non sono esclusi accordi con Tata in Sud America e in altre parti del mondo su progetti specifici o di prodotto. Inoltre, si potrebbero anche coprire insieme determinate aree geografiche».
E l’India?
«Entro l’anno avremo le idee più chiare su cosa fare».
In Russia avete siglato un accordo con Samotlor...
«Sono già stati avviati i primi investimenti e nel 2008 arriverà la fabbrica».
Il terzo trimestre di Iveco?
«Il 24 ottobre il Lingotto comunicherà i dati. Conquistiamo quote di mercato in Europa, ci aspettiamo buoni risultati. Si prosegue sulla scia del ritmo di crescita del 20% registrato nel primo semestre».


E se l’ad Sergio Marchionne decidesse di spostarla alla guida di un’altra divisione?

«Qualunque cosa succeda, se di utilità al gruppo, gli uomini Fiat la faranno».
Scania e Man: i due colossi dei camion si metteranno insieme?
«Non ci dispiacerebbe vederli insieme. Infatti, potremmo approfittare del lungo periodo necessario ai due gruppi per integrarsi».

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