Nasce sotto una cattiva stella il debutto di Facebook in Borsa. Gli azionisti del social network hanno infatti avviato unazione legale contro Facebook stessa, il fondatore Mark Zuckerberg, Morgan Stanley, Goldman Sachs, JpMorgan responsabili dellofferta. Laccusa è di avere rivelato soltanto ad alcuni investitori privilegiati una riduzione consistente delle previsioni di crescita dei ricavi che ha poi portato al crollo del titolo nei primi giorni di contrattazione. A seguire la causa è lo studio legale Robbins Geller che ha ottenuto risarcimenti per 7 miliardi di dollari da Enron. Sotto tiro anche il Nasdaq colpevole di ritardi nel collocamento dovuti a problemi tecnici che, secondo laccusa, hanno portato a gravi perdite per gli investitori. Nel mirino è comunque soprattutto Morgan Stanley che, secondo fonti finanziarie, avrebbe avuto il controllo esclusivo delle operazioni e profitti dallIpo per oltre 100 milioni di dollari. Per laccusa, la banca daffari non avrebbe diffuso tutte le informazioni necessarie per una corretta valutazione del collocamento. Secondo il New York Times, i dirigenti di Facebook, alla vigilia dellIpo, avevano comunicato agli analisti che gli introiti della pubblicità legata alla telefonia mobile avrebbero deluso le aspettative, costringendo la compagnia a rivedere al ribasso del 5% le stime sul fatturato 2012. Ma Morgan Stanley non avrebbe pubblicizzato la notizia. Il social network ritiene comunque che la causa sia infondata ma anche il Senato Usa ha avviato unindagine sullIpo.
Intanto ieri i titoli sono rimbalzati intorno al 2%, portando il valore del titolo a circa 31 dollari, ancora ben lontano dunque dai 38 del collocamento e soprattutto dai 42 raggiunti nella prima ora di contrattazione, quando gli azionisti istituzionali hanno venduto a piene mani lasciando con il cerino in mano, come al solito, i piccoli risparmiatori. Quanto a Zuckerberg, dallIpo ha guadagnato circa 1 miliardo. La sua quota di Facebook vale ora circa 15 miliardi di dollari.Facebook, soci pronti alla «class action»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.