Cronache

Il Fai scopre quanto è bella la sede del Grifone

Il Fai scopre quanto è bella la sede del Grifone

Villa Rostan, sede prestigiosa del Genoa di Preziosi dal 2005, potrebbe nel prossimo anno entrare nel «patrimonio» del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano che raccoglie e segue amorevolmente i grandi tesori artistici del nostro Paese.
Nei giorni scorsi, una delegazione del Fai (sede a Torino) è arrivata alla sede rossoblù, guidato dal suo Presidente, professoressa Romilda Frances. La «Villa» ha suscitato l’interesse nazionale del Fai per la sua storia e la sua tradizione: «Abbiamo convenuto - spiega la presidente Frances - incontrarci per una visita approfondita a maggio prossimo. Visiteremo saloni, stanze nobili, probabilmente la cappella vicina proprio per renderci contro di quanto prezioso sia il patrimonio artistico contenuto nella villa».
I dirigenti del Genoa, con l’amministratore delegato dottor Zarbano, si sono detti lusingati di presentare la loro «sede» considerata, artisticamente e storicamente, così significativa. Dall’incontro dovrebbe scaturire la scelta e l’inserimento di Villa Lomellini Rostan fra i beni culturali italiani più importanti. Ed anche il Genoa, diventerebbe, diciamo così, un «bene cultural-calcisitico» di notevole portata.
Storia. La «Villa Lomellini Rostan (o dei Tagliafichi, dal progettista del giardino Emanuele Andrea Tagliafichi) è una nobile villa situata nel quartiere di Multedo a Pegli, nella periferia occidentale della città. Apparteneva alla famiglia Lomellini. Il terreno dove venne costruita la villa, venne acquistato tra il 1343 - 1346 da Ansaldo Lomellini, ma solo tra il 1564 - 1568 Angelo Lomellini volle edificare il palazzo. Nel 1760 - 1762 Agostino Lomellini, doge della Repubblica di Genova dal 1760 al 1762, affida al progettista E. A. Tagliafichi la costruzione del giardino «all’inglese» che diventa uno dei più belli e ammirati d’Europa, al quale si ispireranno poi gli architetti di Villa Pallavicini a Pegli. Sul lato orientale della villa sorge la cappella realizzata da C. Sada da Bellagio nella metà dell’800 inizialmente dedicata all’Immacolata e dalle forme neoclassiche, che viene poi dedicata a Filippo Neri. Dopo i Lomellini ed i Pallavicini la villa per vie ereditarie alla famiglia Rostan e successivamente, tramite la discendenza di Elisa Reggio Rostan, ai Reggio. Sotto quest’ultimi, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, venne del tutto modificato il giardino. Durante il XIX secolo la villa ha il suo periodo di massimo splendore, essendo la meta di moltissime ed influenti personalità italiane ed europee quali i Savoia, i duchi del Monferrato, i regnanti del Portogallo e i duchi d’Aosta, come ci ricorda una lapide commemorativa posta all’ingresso della villa, nel 1896. Nel 1978 subì un incendio che portò ad una necessaria opera di restauro.
Esternamente la villa si presenta su due piani più uno ammezzato, tipico delle ville genovesi. Il piano terra ha due scale d’accesso esterne, convergenti. Il piano nobile che termina, sui lati, con due logge, una chiusa con delle vetrate e l’altra murata in epoca successiva. È inoltre visibile la torretta, che ci dimostra come il palazzo avesse funzioni difensive in vista della costa. La torretta, come il palazzo, era riccamente decorata anche all’esterno.
La villa conserva ancora molte delle decorazioni originali, tra le quali gli affreschi realizzati da Bernardo Castello. Quasi completamente perduto, invece, il giardino disegnato dal Tagliafichi, in parte trasformato nel campo di calcio intitolato a Pio XII, ed in parte sacrificato per lasciare spazio allo svincolo autostradale dell’autostrada A10 e alle industrie petrolifere.
Dal marzo 2005 la villa è sede del Genoa Cricket and Football Club che già da tempo utilizzava lo stadio Pio XII come campo di allenamento. L’intero centro sportivo, che comprende anche un altro campo di allenamento con fondo in erba sintetica ed una tensostruttura attrezzata a palestra, è stato intitolato a Gianluca Signorini, storico capitano del Genoa, dopo la sua prematura scomparsa.
L’amministratore delegato del Genoa Zarbano conferma: «Ci siamo sentiti con la presidente del Fai e siamo molto onorati di poter collaborare per mettere sempre più alla ribalta un bene artistico che stiamo gestendo, anche se in chiave di organizzazione sportiva, con molta attenzione. Villa Rostan è un simbolo di creatività, di arte e perché no anche il calcio a volte è un interessante espressione artistica».
Ma quel che più conta (come ha ricordato la presidente Romilda Frances) è che la stessa città di Genova potrebbe arricchirsi di un «bene» artistico» di livello e inserirlo nei suoi percorsi culturali (non si dimentichi che vicino c’è la bellissima Villa Pallavicini) da offrire ad un turismo sempre più interessato alle opere d’arte. Il calcio, insomma (e in questo caso quello rossoblù) diventa traino e stimolo per accrescere l’interesse verso la nostra Superba.

Appuntamento, dunque, a maggio.

Commenti