
Sono nove i siti web di e-commerce che gli agenti del Goac (Gruppo operativo anti contraffazione) della Polizia locale hanno sequestrato e oscurato con l'accusa di frode. Altrettante sono le persone denunciate che commerciavano illegalmente prodotti tessili non conformi per origine e materie prime utilizzate rispetto a quelle dichiarate, facendo credere al consumatore che il prodotto fosse realizzato in Italia e pubblicizzandolo con denominazioni, immagini o indicazioni evocative del Made in Italy. Usavano infatti immagini patinate, fotografie soffuse piene di eleganza, modelle e modelli bellissimi ma soprattutto marchi dal suono familiare a chi segue le grandi firme e, grazie offerte dai prezzi competitivi - magari con la scusa di un negozio in chiusura - per vendere online maglie in "cachemire", "seta" o altri filati di pregio confezionati nel rispetto della migliore tradizione del Made in Italy.
Già da novembre la Polizia locale indagava su alcuni siti: Bozzi, Matteo Firenze, Veleno Venezia, Milano Vestiti perché aveva ricevuto la denuncia di una donna che, pensando di acquistare un morbido maglione rifinito a mano, si era invece ritrovata con un capo informe, mal cucito, con etichette grossolanamente tagliate tranne una, forse dimenticata, sulla quale spiccava la parola viscosa anziché 100% cachemire come dichiarato al momento dell'acquisto. Persino il marchio e le foto sui siti web erano creati per ingannare il consumatore richiamando marchi famosi come Broggi Milano, oppure utilizzando modelli e fotografie del sito web originale di Brunello Cucinelli.
"Si tratta di vere e proprie frodi che danneggiano i
consumatori, la filiera produttiva, quella della commercializzazione e chi opera correttamente sul mercato - dichiara Gianluca Mirabelli, Comandante della Polizia locale - pe questo dedichiamo attenzione e controlli anche al web".