Roma

«Falsi i dati sulle presenze in aula forniti da Milana»

«L’opposizione, pur presente alle votazioni, non risponde»

«In merito ad alcuni dati sulle presenze in aula dei consiglieri forniti dal presidente Milana mi permetto di far notare che quelle sulle richieste di numero legale sono falsate perché è evidente che l’opposizione, pur essendo presente alla seduta ed alle votazioni, non risponde perché è obbligo della maggioranza garantirlo». A sostenerlo è Donato Robilotta, capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti.
«È impossibile poi dare i dati sulle singole votazioni degli articoli - spiega Robilotta - perché usiamo ancora il modo arcaico della alzata di mano e non il voto elettronico, che è stato inaugurato mesi fa in pompa magna ma viene usato solo per il voto finale sulle leggi. La maggioranza preferisce il voto per alzata di mano e non quello elettronico sui singoli articoli perché in questo modo non viene certificata la mancanza di numero legale, visto la difficoltà che ha la giunta Marrazzo a garantire la presenza della maggioranza dei propri consiglieri in aula. Tant’è che molte leggi importanti sono passate solo grazie alla presenza responsabile dell’opposizione.Solo che questa assunzione di responsabilità dell’opposizione non è bilanciata da altrettanta responsabilità da parte della maggioranza, che proprio sulle regole mostra i muscoli, e mi dispiace che lo faccia anche il presidente Milana, e fa valere i numeri, come è successo sulla modifica regolamentare del numero delle commissioni».
«Proprio sulla modifica del numero delle commissioni - sostiene ancora Robilotta - la maggioranza ha partorito il topolino passando da 18 permanenti a 16, che rappresenta il record assoluto per le Regioni, in quanto dopo il Lazio ci sono il Piemonte, la Liguria, il Veneto e la Campania con 8 commissioni permanenti, la Lombardia, la Toscana, l’Abruzzo e la Puglia con 7, l’Emilia-Romagna, le Marche e la Calabria con 6, l’Umbria, il Molise e la basilicata con 4. È dall’inizio di legislatura che chiedo di riformare il regolamento del consiglio, vechio e antiquato, e persino in contrasto con lo Statuto, ma la maggioranza in questi quasi tre anni di legislatura non è stata in grado di farlo.

Sulla legge elettorale la maggioranza smetta di mostrare i muscoli, perché rischia di farsi male, vista la eterogeneità e frammentazione del suo schieramento, e scelga un tavolo di confronto serio con l’opposizione, come fece la maggioranza guidata da Storace nella scorsa legislatura».

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