da Roma
Botta e risposta tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi e il segretario della Federazione nazionale della stampa Paolo Serventi Longhi. Oggetto del contendere, gli investimenti nella comunicazione della Pubblica amministrazione e lultima puntata di Ballarò. È nel corso della trasmissione condotta da Giovanni Floris su RaiTre, infatti, che Giovanardi critica lesplosione del numero di addetti stampa negli enti locali. Una posizione che scatena la reazione di Serventi Longhi che in un comunicato definisce «incredibili» le parole di Giovanardi che avrebbe criticato «lesosa busta paga degli addetti stampa» e lancia una campagna su internet («mandate una mail al ministro»).
La replica dellesponente dellUdc arriva a stretto giro. Perché - spiega Giovanardi - «non ho mai parlato di esose buste paga né criticato il ruolo delladdetto stampa, ma solo chiesto insistentemente il perché dellesplosione del loro numero negli enti e nelle aziende locali. Il filmato della puntata di Ballarò è peraltro visionabile su internet». Ma allora perché Serventi Longhi ha lanciato persino una campagna via mail? «Questo va chiesto a lui, io so solo - aggiunge il ministro - che quando lho chiamato per chiedergli conto della sua presa di posizione mi ha detto che le mie parole gli erano state riferite. Insomma, lui la trasmissione non lha vista ma non ha esitato ad attaccarmi. Il fatto che il segretario del sindacato giornalisti e moltissimi suoi colleghi si scaglino contro di me senza neanche preoccuparsi di andare a verificare quanto gli è stato riferito la dice lunga sullo stato dellinformazione in Italia». Perché - aggiunge - «tra le tante mail arrivate buona parte erano di insulti». «Quei pochi che hanno lasciato il numero di telefono - dice il ministro - li ho richiamati e quando gli ho chiesto se avevano visto Ballarò mi hanno tutti risposto di no. Altro che informazione, questa è disinformazione».
«La mia dichiarazione - replica Serventi Longhi - non era esatta al cento per cento e già ne ho datto atto a Giovanardi quando ci siamo sentiti. Detto questo, il succo della faccenda non cambia. Secondo il ministro, infatti, la colpa del presunto dissesto finanziario degli enti locali sta negli eccessivi investimenti della Pubblica amministrazione per la comunicazione degli atti pubblici.
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