Controcultura

Una famiglia (poco sacra) in una valle isolata

E La scrittrice Monika Helfer è nata nel 1947 ad Au im Bregenzerwald, in Austria. Per il romanzo "I Moosbrugger" (Keller editore) ha ricevuto lo Schubart-Literaturpreis

Una famiglia (poco sacra) in una valle isolata

I Moosbrugger è una saga famigliare. La famiglia, però, non è di nobili o industriali, come quelle che hanno scalato le classifiche editoriali ultimamente, dove la storia si fonde a una certa aura di élite, perfino nella decadenza. I Moosbrugger, che in Germania è stato un successo, ed è ora pubblicato in Italia da Keller, si occupa di tutto un altro genere di famiglia: quella d'origine dell'autrice, Monika Helfer, che è austriaca, nata fra le montagne del Bregenzerwald, e discendente da due nonni che, di nome, fanno Maria e Josef. Ebbene, questa famiglia di una Maria e un Giuseppe, sperduta nell'angolo più isolato di una valle remota fra i monti di quello che è ancora l'Impero austroungarico, non è affatto vista come sacra, di sicuro non dai compaesani. Da tutti sono chiamati «gli Emarginati», e da lì viene Monika Helfer, quella è la sua stirpe, di cui vuole conoscere la storia e le anime: perciò, già adulta, si rivolge alla zia Kathe, sorella maggiore della madre Grete (morta da anni), per farsi raccontare che cosa sia successo in quella valle lontana, all'inizio di un altro secolo.

Il problema degli Emarginati, quello che li differenzia da tutti gli altri in paese e impedisce loro di integrarsi, non è l'ubicazione della loro casa: quella, piuttosto, è una conseguenza pratica, una manifestazione concreta di un isolamento radicale. E questa distanza, che diventa quasi infinita quando, in inverno, cadono metri di neve, è dovuta a due fattori: uno è Maria, l'altro è Josef. Maria è bellissima: la più bella di tutte, ovunque vada. Di fronte a Maria, non c'è uomo che non perda la testa e il cuore. Josef incute timore: bello, taciturno, forte, autoritario, sempre elegante. Non si mischia con nessuno, l'unico con cui abbia dei «traffici» (misteriosi) è il sindaco. Ulteriore problema: che rapporto ci sarà, davvero, fra Maria e Josef? Va bene, hanno quattro figli. Ma lei lo tradirà? E lui la picchierà? Maria e Josef suscitano tanta invidia e tanti pettegolezzi che nessuno può immaginare che si amino e si desiderino davvero. Nessuno può sopportare nemmeno che, quando Josef viene chiamato a combattere per l'Imperatore, nel 1914, torni in licenza due volte e, addirittura, sopravviva alla guerra. Che cosa avrà combinato al fronte, quell'Emarginato di Josef?

E poi, dopo qualche mese dalla partenza di Josef, in città Maria conosce un certo Georg, un tedesco, che va a trovarla in quella casa sperduta. E resta incinta. Che cosa pensano tutti, dal parroco in giù? Che il concepimento sia avvenuto durante la licenza di Josef? Ovviamente no. E neanche Josef lo pensa: infatti alla quinta figlia, Grete, non rivolge né uno sguardo, né una parola. Per tutta la vita. Grete è la madre di Monika Helfer. Dopo Grete sono arrivati altri due fratelli; poi, nel giro di un anno, Maria e Josef sono morti. I sei zii della scrittrice, tutti Emarginati, sono uno più meraviglioso dell'altro: dal geniale e burbero Lorenz al seduttore Walter, da Heinrich che ama solo gli animali all'incontenibile Kathe. Straccioni, finiti in galera. Commoventi. In lotta per sopravvivere, da Emarginati, anche quando i genitori li lasciano soli, col più grande che ha diciannove anni, e il più piccolo due.

A Monika Helfer hanno sempre detto di somigliare alla sua «splendida nonna», Maria: I Moosbrugger, con la sua scrittura letteraria e famigliare insieme, che ricorda una lunga chiacchierata con una zia centenaria, è un bellissimo modo, pieno di amore, per ricordarla.

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