Le famiglie delle Marcelline sul piede di guerra, come altri quattro istituti

Le famiglie delle Marcelline sul piede di guerra, come altri quattro istituti

«Ma se la vede lei una mamma che ha magari due figli, un passeggino, le borse della piscina e le cartelle che sale sul tram per andare a scuola? Magari in una giornata di pioggia... Oppure d’altra parte chi è che può permettersi di pagare mille euro per accompagnare i figli a scuola». All’istituto delle Marcelline che ha una sede sia in via Quadronno che in piazza Tommaseo entrambe all’interno della nuova zona “verde”, si sono presi a cuore le proteste, gli affanni e le preoccupazioni dei genitori e sono pronti a dare battaglia legale all’Area C. Hanno contattato gli avvocati, gli stessi che ieri hanno depositato il ricorso dei Residenti no-charge per agganciarsi a quel provvedimento. Non sono le uniche. Come le Marcelline ci sono già altre quattro o cinque scuole paritarie che hanno preso contatti con i legali per tutelare gli interessi dei loro iscritti. «La nuova educazione», la scuola di via Pace non ha messo tempo in mezzo e ha già fatto ricorso. Per conto suo. Per le altre scuole a questo punto non resterà che agganciarsi ai ricorsi già in atto perché oggi scadeva il termine per presentare opposizione al Tar contro il decreto del Comune.
Le proteste neanche troppo silenzioso di quei genitori che in tempi non sospetti hanno scelto una scuola all’interno dell’area C evidentemente non sono mancate. Lo dicono alla scuola delle Marcelline, ma lo confermano anche al Collegio San Carlo e all’Istituto Zaccaria. «Stiamo tutti pagando per andare a lavorare e per andare a prendere i figli», commentano davanti alla scuola. Alle Marcelline invece che restare con le mani in mano ad aspettare che qualcosa succeda, le suore si sono fatti interpreti e portavoce delle difficoltà dei genitori che magari abitano non proprio dietro l’angolo e che non riescono a trovare un’alternativa. «Abbiamo anche pensato a un pullman privato - spiegano dalla scuola - ma all’Atm, chi si occupa dei servizi speciali ci hanno fornito il loro migliore preventivo e si aggirava sui sette euro a bambino». Centesimo più centesimo meno. D’altronde non tutti i genitori possono muoversi a piedi o in bici, specie se hanno due o tre figli. Specie se abitano non troppo vicino alla scuola. Alcune delle scuole private hanno bacini di utenza che vanno ben al di là del quartiere. Ecco perché chiedono un po’ di disponibilità. Esempio? Il via libera al varco di corrispondenza della scuola, ad esempio. E solo magari negli orari di entrata e uscita da scuola. Una sorta di “sconto“ per carico e scarico bambini. Come per le merci, per intendersi. Intanto il consiglio di zona 1 il 2 febbraio ha in programma un incontro con le scuole del centro per studiare una mobilità alternativa.

Con quelle di via Palermo e di via Corridoni stanno progettando di attivare il “Pedibus“ e cioè individuare un luogo sicuro ai confini dei Bastioni che funzioni come punto di raccolta per i bambini che qui verrebbero prelevati da volontari che li accompagnerebbero a scuola.

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