Fango su Riomaggiore. Ma dai turisti

Fango su Riomaggiore. Ma dai turisti

«È questo il modo di accogliere i turisti, nelle Cinque Terre? Io non vedevo l’ora di trascorrere una vacanza a Riomaggiore, una località incantevole. Ma l’accoglienza che ho ricevuto all’albergo Borgo di Campi mi ha fatto ricredere. Basta! Credo che, da queste parti almeno, non ci metterò mai più piede!». Il commento al vetriolo è di Natalia Terekova, insegnante russa quarantenne, innamorata dell’Italia e della sua cultura, laureata con una tesi su Svevo, e interprete molto apprezzata dalle delegazioni culturali e imprenditoriali italiane in visita a Mosca.
Motivo di tanta rabbia è il soggiorno - prenotato, ma non compiuto - in una delle strutture alberghiere più decantate del comprensorio, quell’hotel Borgo di Campi, appunto, che si trova a una manciata di chilometri da Riomaggiore: è qui che Natalia aveva deciso di passare qualche giorno di vacanza, dopo aver visto le «credenziali» sul sito internet ed essere rimasta entusiasta del posto.
Detto fatto: arriva a destinazione intorno a mezzogiorno, e comincia l’odissea. Alla reception non c’è nessuno: chiuso fino alle 3 del pomeriggio. Lei si siede ad aspettare, sperando di incrociare comunque qualcuno e chiedere se è possibile, fra l’altro, lasciare il bagaglio e magari sciacquarsi. Attesa vana, passa il tempo e sorge una necessità fisiologica. Natalia va in cerca dei servizi, sempre senza incontrare anima viva, entra e esce dalla toilette. E - finalmente! - spunta un essere umano. Ma non è esattamente l’accoglienza che si aspettava. Racconta lei stessa: «Mi si è fatta incontro una donna, che ho saputo poi essere la titolare. Ha inveito contro di me, come fossi una ladra. Le ho spiegato che ero una cliente, che avevo la prenotazione, che non potevo aspettare. Tutto inutile: mi ha coperto di improperi». Arriva anche il marito della titolare. Ma non solo le cose non migliorano, anzi. Racconta sempre Natalia: «Mi guardava con sufficienza, con un mezzo sorriso, scuotendo la testa. Non c’è stato modo di far sentire le mie ragioni. A un certo punto mi ha sbattuto il passaporto sul bancone e mi ha detto che, se non mi andava, potevo ritornarmene nella mia Russia!».
All’«ospite», si fa per dire, non resta che riprendersi la valigia e cercarsi un’altra sistemazione, ripromettendosi però di segnalare la questione ai responsabili del turismo della Liguria.

E a chi le chiede se, forse, non esagera un po’ con la sua versione dei fatti, Natalia replica: «Andatevi a leggere i commenti sul Web, a proposito di Borgo di Campi. Ce n’è abbastanza per darmi ragione. Solo che io, quando ho scelto la destinazione, mi ero fermata alle bellezze del luogo...».

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