Fans League, ora anche i tifosi hanno il loro campionato di calcio

Esiste un campionato di serie A e un torneo parallelo, disputato dai tifosi: stesse squadre, stesse maglie, cambiano solo i protagonisti. Raccontata così, in maniera perfino sbrigativa, quest’iniziativa può apparire quasi come una favoletta. Invece il campionato dei tifosi Fans-League, nato da un’idea di due fratelli romani con l’innata passione per il mondo del pallone, è una realtà che comincia a piacere anche al palazzo del calcio. Parola di Tony Martini (l’altro fratello si chiama Mirko), che sintetizza in breve l’iniziativa.
Come nasce l’idea di un campionato fra tifosi?
«Nasce il 7 gennaio di sei anni fa, alla 13ª giornata di campionato, Lazio Napoli 1-2. Quel giorno, mentre dagli spalti dell’Olimpico saliva alto l’invito per quelli di Formello di andare a lavorare, ho avvertito il bisogno di aiutare la mia squadra: avrei dato l’anima pur di scendere in campo, pur di indossare quella maglia e onorare quei colori. Ma ero un semplice tifoso. Così, insieme a mio fratello, ho pensato a un’iniziativa che permettesse ai tifosi di difendere i propri colori».
Lei crede che un’idea simile possa avvicinare le curve?
«Questa non è la soluzione a tutti i mali del calcio, ma far conoscere il “nemico” di turno e condividere le stesse emozioni, seppur indossando un colore di maglia diverso, accomuna i partecipanti. Senza dimenticare che abbiamo mutuato dal rugby il terzo tempo, una sorta di festa finale tra tifoserie».
Perché sorride mentre risponde?
«Perché ancora ricordo quando i nostri tifosi, prima di un Lazio-Sampdoria, si presero per mano per fare, insieme, il giro di campo all’Olimpico: lì partì l’applauso».
Che sensazioni dopo tanti sacrifici?
«Una su tutte: il nuovo ruolo del tifoso-calciatore riscuote molto fascino, perché in qualche modo si ha la possibilità di far parte del mondo del calcio».


C’è stata una reazione da parte del pianeta-football? La Federcalcio approva l’iniziativa?
«Per quanto riguarda la Federcalcio, aver ricevuto una telefonata di “in bocca al lupo” prima di un derby disputato recentemente al Flaminio dall’avvocato Luca Pancalli, giunto tramite il segretario della Figc, il dottor Di Sebastiano, è stato motivo di orgoglio».
Mai stato un momento in cui le è venuto da dire «mollo tutto»?
«Mai».

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